Il Centro Studi "Giuseppe Martella", anima del Comitato "Salviamo Kalena" dal 1997, con varie pubblicazioni e pubblici convegni, sta focalizzando l'attenzione dell'opinione pubblica delle istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali (comprese le soprintendenze pugliesi e il Ministero dei Beni culturali) sulla necessità di recupero e valorizzazione dell'abbazia benedettina Santa Maria di Kàlena, sita in agro di Peschici (FG), una delle più antiche d'Italia (872 d. C). L’abbazia di Kalena è un luogo identitario importante non solo per la popolazione di Peschici, ma dell'intera nazione. Dopo l’incendio del 24 luglio 2007, grazie ad un’azione congiunta del Centro Studi Martella e di Italia nostra, si riuscì ad ottenere il vincolo integrale del monumento, compresa la zona di rispetto. Nel 2011 fu istituito in Regione Puglia (sotto il governatorato di Nichi Vendola) un tavolo tecnico che vide coinvolti Regione, Soprintendenza, Provincia di Foggia, Comune di Peschici e Italia nostra. Purtroppo i risultati non furono quelli sperati, a parte un timido intervento nel 2012 della Soprintendenza di Bari per il risanamento delle creste murarie della seconda chiesa di Kàlena. La Soprintendenza di Foggia nel 2016 ha emanato un decreto di lavori urgenti, sostanzialmente inattuati.
L'abbazia di Kalena attende da molti anni impegnativi lavori di consolidamento e restauro, che possano consentire la piena fruizione da parte della comunità e svelare molti dei suoi tesori nascosti. Per la salvaguardia del bene, vincolato dal 1911, la Soprintendenza ha imposto sostanziali e globali lavori di restauro, da eseguirsi a cura dei proprietari. In due anni, sono stati ripuliti (molto sommariamente) solo alcuni muri, coperto il tetto di un’ala del convento con un’orrenda lamiera (si spera provvisoria!) e un’altra ala con una copertura in embrici, limitata (ahimè) a un solo spiovente! Segnaliamo la precarietà del campanile a vela, contenente un prezioso bassorilievo di Madonna orante del 1393, sempre più pericolante… La “prima chiesa”, citata all’inizio del Novecento dal critico d’arte Émile Bertaux per la rara tipologia delle cupolette in asse, da anni trasformata in due depositi di attrezzi e macchine agricole, presenta affreschi sulle pareti e sui pilastri pesantemente dilavati dall’umidità, che necessiterebbero di immediato restauro. La “seconda chiesa” ha il tetto completamente scoperchiato. Segnaliamo altresì un prezioso affresco fortemente degradato al primo piano della zona conventuale laterale. Attualmente l’Abbazia è sempre chiusa al pubblico, salvo l’8 di settembre quando la Chiesa Matrice e la popolazione devota alla Madonna di Kàlena organizzano un “cammino” e la recita del Santo Rosario nei pressi e dentro l’abbazia.
Italia Nostra, fin dall’inizio della battaglia civile pro Kalena, è stata sempre coinvolta in vari convegni sull’Abbazia e in varie iniziative per sensibilizzare le istituzioni al recupero e alla valorizzazione dell’importante abbazia di Peschici.