Turismo sostenibile e naturalistico: il caso de I Giganti della Sila

Turismo sostenibile e naturalistico: il caso de I Giganti della Sila

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Turismo sostenibile e naturalistico: il caso de I Giganti della Sila
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10 aprile 2024

La Riserva de I Giganti della Sila in Calabria è un esempio concreto di come un’area naturalistica protetta possa rappresentare una destinazione turistica sostenibile e possa incidere positivamente sul benessere della comunità e dei visitatori.

A febbraio 2024 è stato pubblicato da CABI il libro Nature-based tourism and wellbeing: impacts and future outlook con lo scopo di fornire una robusta base scientifica per lo studio del turismo naturalistico all’interno di aree protette e destinazioni resilienti, in linea con gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030.

Nel volume è stato adottato un approccio multidisciplinare con contributi di esperti da tutto il mondo.

L’Università di Derby, dalla quale è partito il progetto, ha selezionato il caso studio de I Giganti della Sila; nel volume il caso è stato considerato un esempio concreto di come un’area naturalistica protetta possa rappresentare una destinazione turistica sostenibile e possa incidere positivamente sul benessere della comunità e dei visitatori.

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Il patrimonio naturalistico come strumento per promuovere il benessere e la qualità della vita: il caso dei Giganti della Sila, Italia.

I Giganti della Sila sono una Riserva Biogenetica Protetta che sorge all’interno del Parco Nazionale della Sila, l’altipiano più grande d’Europa, e, inoltre, della Riserva della Biosfera Unesco Sila. Si tratta di un luogo naturalistico unico nel suo genere, divenuto oggi una delle più importanti attrattive turistiche calabresi.

Per portare avanti un’indagine esplorativa di tipo quantitativo, è stato somministrato un questionario on-line ai visitatori che nel corso dell’anno 2022 hanno visitato I Giganti. La finalità è stata in primo luogo quella di indagare le motivazioni alla base della visita e di raccogliere opinioni sull’impatto del turismo sulle risorse naturali. Inoltre, è stato chiesto agli intervistati di valutare se e come la visita ai Giganti abbia influito sul loro benessere e se la visita abbia soddisfatto le loro aspettative in termini di benessere fisico e mentale.

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Il campione intervistato, si tratta di un campione non probabilistico individuato con il metodo di campionamento convenience, è costituito da 157 soggetti, per il 56,1% donne e per il 43,9% uomini, principalmente giovani (il 48,4% racchiude la fascia d’età 26-40 anni). Dalle risposte al questionario emerge che la maggior parte dei visitatori (l’86,6%) sono frequentatori abituali di luoghi naturalistici. Un altro risultato significativo è l’alta percentuale di rispondenti che ritengono che il turismo possa incentivare il rispetto per la natura (73,9%) e lo sviluppo locale (65%). Più della metà dei partecipanti all’indagine sostiene che il turismo naturalistico dovrebbe incentivare l’educazione ambientale (63,1%) e potrebbe concorrere al benessere delle persone (51,6%), talvolta migliorandone direttamente lo stato di salute (35%).

Questi risultati confermano la crescente consapevolezza sull’importanza di fare esperienze in natura e su come esse possano avere un impatto positivo sullo stato di salute psico-fisico dei visitatori.
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Quello che emerge da questo studio è, dunque, che nel settore turistico cresce notevolmente il segmento di domanda interessato ad esperienze naturalistiche, insieme al target dei “nature lovers”, ossia coloro che desiderano visitare destinazioni naturali in modo abituale, soprattutto dopo la pandemia.

Si tratta di un target sempre più colto e consapevole di come il comportamento del pubblico sia fondamentale per contrastare gli impatti negativi sulle risorse turistiche e di come attraverso il contatto con la natura si possano trarre benefici fisici e psicologici.

Un’ampia percentuale del campione intervistato dichiara di essere soddisfatto (30,6%) e molto soddisfatto (53,5%) della visita ai Giganti.

Questo dato è una informazione rilevante sul lavoro che il FAI sta svolgendo presso la Riserva in termini di protezione e valorizzazione di un importante patrimonio. La Fondazione, presente in Sila dal 2016, anno in cui il Parco Nazionale della Sila ha dato in concessione la Riserva al FAI, porta avanti un importante lavoro mirato alla tutela e alla conoscenza di questo sito naturalistico a livello nazionale e non solo.

Il numero dei visitatori in costante crescita e i piani di sviluppo programmati dal FAI mostrano come la Riserva stia concretamente favorendo lo sviluppo sostenibile dell’area, generando e positivi ed importanti indotti sul territorio, in particolare dal punto di vista socio-culturale per la comunità locale.

Articolo di Sonia Ferrari, Nicolaia Iaffaldano e Simona Lo Bianco, Università della Calabria, Italia; Università di Bari, Italia

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