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La stanza di Filippo de Pisis - Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione

La stanza di Filippo de Pisis - Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione

3 aprile - 15 settembre 2019, Villa Necchi Campiglio, Milano

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La stanza di Filippo de Pisis

    "Roma, 1944. Una stanza ricca di arredi e oggetti preziosi, con quadri alle pareti, quasi tutti di un unico pittore: questa è la stanza di Filippo de Pisis. La collezione è il frutto di un sodalizio virtuoso tra pittori che dipingono e scrivono, letterati appassionati di immagini e musica, cultori delle arti e bibliofili: Luigi Vittorio Fossati Bellani ne è l’animatore" (R. Dulio).

    La mostra, a cura di Paolo Campiglio e Roberto Dulio, riunisce per la prima volta la collezione di opere, alcune mai esposte al pubblico, che Fossati Bellani aveva raccolto e allestito nella sua casa di Roma. L’esposizione, organizzata dal FAI a Villa Necchi Campiglio è un omaggio al collezionista e alla sua passione per l’opera di Filippo de Pisis, che amava affiancare alle raffinate tele di Antonio Antony de Witt, Ottone Rosai.

    Grazie ai materiali d’archivio, alla esaustiva documentazione fotografica dell’appartamento realizzata negli anni Sessanta, prima della dispersione della collezione e all'attenta e paziente ricerca delle opere disperse, è oggi possibile apprezzare i dipinti e i disegni nel dispiegarsi della loro collocazione originaria: l’impressione è quella di entrare per la prima volta nella stanza di de Pisis, ricreata come un volume chiuso, in cui le gigantografie delle immagini storiche rievocano l’atmosfera originale.

    Una nuova opera arricchisce "La stanza di Filippo de Pisis"

    Dall'11 luglio 2019 la mostra si arricchisce di una nuova opera: La vedova, di Alberto Savinio, che arriva a Villa Necchi dopo la conclusione della mostra
    de Chirico e Savinio. Una mitologia moderna, presso la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (PR).

    Il dipinto, nella collezione Fossati Bellani, faceva pendant - in posizione speculare - con un'altra opera di Savinio, Penelope (1940), già in mostra a Villa Necchi, con cui ora si è ricongiunta: è stata così ricomposta la coppia fortemente voluta dal collezionista e da lui ironicamente soprannominata “vedova triste e vedova allegra”, che propone l’accostamento di due metamorfosi animali in cui la mestizia della prima contrasta l’ilarità della seconda, sintetizzando, secondo l’autore, il senso della vita nell’arte e suggerendo una rappresentazione dell’animo umano.

    Le due opere campeggiavano nel grande soggiorno, arredato con raffinati pezzi di antiquariato, insieme a quattro tele dipinte da de Pisis a Londra nel 1935 (tre delle quali esposte in Villa) e a Soldati con cannone (1927) di Ottone Rosai. È stato ricollocata in mostra secondo la sequenza e il rapporto collezionistico originario.

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