Gli interventi del convegno

    L'intervento del Presidente Andrea Carandini
    L'intervento del Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico
    L'intervento del Direttore Generale Davide Usai
    L'intervento di Stefano Bonaccini, Presidente della Emilia Romagna
    L'intervento di Gaetano Armao, Vice Presidente di Regione Siciliana
    L'intervento Massimo Bray, Assessore a cultura e turismo della Regione Puglia
    L'intervento di Sneska Quaedvlieg-Mihailovic, Segretario Generale di Europa Nostra
    L'intervento di Paolo Galluzzi, Direttore scientifico Museo Galileo
    L'intervento di Massimo Recalcati, Psicanalista
    L'intervento di Salvatore Veca, Filosofo
    L'intervento di Guido Tonelli, Fisico
    L'intervento di Telmo Pievani, Filosofo delle Scienze
    L'intervento di Alberto Magnaghi, Presidente della Società dei Territorialisti e delle Territorialiste
    L'intervento di Michele Pontecorvo, Vice Presidente Ferrarelle SPA
    L'intervento di Daniela Bruno, Vice Direttrice Generale FAI
    L'intervento di Giorgio Vacchiano, ecologo
    L'intervento di Daniela Ducato, fondatrice delle filiere Edizero
    L'intervento di Emanuela Colombo, Professoressa di Fisica tecnica industriale
    L'intervento di Caterina La Porta, Professoressa di Patologia Generale
    Il Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico racconta l'evolversi del rapporto tra il FAI e il concetto di Ambiente.
    L'intervento di Dario Franceschini, Ministro della Cultura
    Le conclusioni del Presidente FAI, Andrea Carandini

    L’impegno del FAI per l’Ambiente in questa crisi globale: una visione culturale che vede Natura e Storia indissolubilmente intrecciate

    La crisi ambientale minaccia la civiltà umana e ogni altra specie vivente su questa Terra. Il riscaldamento globale, la trasformazione dei suoli, la perdita di biodiversità: ogni anno, ad ogni stagione, assistiamo agli effetti sempre più drammatici dello squilibrio di un ecosistema, ovvero dell’Ambiente, che investe la Natura e con essa l’Uomo.

    Le istituzioni e i governi rispondono lanciando strategie per una transizione ecologica che riporti in equilibrio la vita sul Pianeta, e anche nei cittadini si diffonde una sempre maggiore coscienza del problema e una conseguente preoccupazione. Nella nostra vita quotidiana, tuttavia, tarda a venire un cambio di passo necessario e deciso.

    Questo ritardo è anche la conseguenza di una visione culturale, che da due secoli separa la Natura dalla Storia, la Scienza dalla Cultura, l’Ambiente dall’Uomo.

    In questa contrapposizione l’Ambiente è il regno di una Natura intoccata e intoccabile, che l’Uomo ha distrutto in nome del progresso nella Storia. Eppure, da quando l’Homo sapiens si è affacciato alla Storia, non vi è un angolo del Pianeta in cui la Natura sia rimasta intoccata dall’Uomo, dalla sua mano e dalla sua visione culturale.

    Per cambiare questo atteggiamento serve allora un cambio di visione culturale, a partire da una ridefinizione dell’Ambiente come Ambiente umano, cioè il risultato di una co-evoluzione di Natura e di Uomo, che è stata straordinariamente costruttiva nei millenni, ma sempre più distruttiva e negli ultimi secoli.

    Ricomporre Natura e Storia nell’unità dell’Ambiente - l’Ambiente umano - è il presupposto di un nuovo progetto culturale di civilizzazione, che assegna all’Uomo il ruolo non più di distruttore, e neppure di salvatore di scampoli di Natura, ma di costruttore, co-abitante del Pianeta insieme alle altre specie, tra cui spicca per coscienza e conoscenza.

    Il FAI non può mancare di contribuire a questo progetto che si fonda, ancor prima che sull’azione, sull’educazione a una cultura unica e multidisciplinare che abbraccia le scienze naturali come quelle umane, entrambe necessarie all’uomo colto di un tempo, come Leonardo da Vinci, e ancor più al cittadino di oggi per comprendere il mondo che lo circonda e affrontare la realtà e le sfide del futuro.

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