Situata su un’importante diramazione della Via Francigena, l’Abbazia era luogo di sosta per numerosi viandanti. Secondo la tradizione sarebbe stata fondata da un monaco eremita francese, da cui seguì una piccola comunità. La sua struttura, infatti, è di influsso cluniacense: l’aula è alta e stretta, e termina con un presbiterio rialzato sotto cui si trova una particolare cripta a tre navate. Osservando le tre absidi si nota che la costruzione dei paramenti murari è raffinata, con la sapiente disposizione di grandi blocchi perfettamente squadrati. Una decorazione con sottili linee di rilievo rende alcune zone più vibranti, mentre la copertura conica è una aggiunta due-trecentesca. La semplice facciata, in pietra arenaria, è animata dalla ghiera bicroma dell’arco del portale e di una bifora: tale stile decorativo è tipico del romanico pistoiese ove viene esaltato il contrasto tra il marmo bianco e quello verde di Prato.
Pur essendo stretta, lo slancio verticale e le volte a botte conferiscono al suo interno, privo di decorazioni, una spazialità ariosa. Proprio l’altezza creò diversi problemi di stabilità, con crolli e ricostruzioni. A fine Ottocento ci fu un restauro che la consolidò e che ne abbassò il campanile, per motivi statici. Nel dopoguerra fu ripristinata ma poi fu nuovamente abbandonata. Attualmente non è chiara la proprietà del bene: dal 1926 l’Abbazia parve rientrare in una fondo privato ma, il ritrovamento di documentazione ottocentesca, sembra attestare la proprietà a bene pubblico.
571° Posto
2,902° Posto
2,282° Posto
30° Posto
2,750° Posto
596° Posto
103° Posto
1,388° Posto
1,865° Posto