In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Situato in Vico II Casalnuovo, tra il centro cittadino e il Sasso Caveoso da un lato e il rione Cappuccini dall'altro, questo edificio, composto da più corpi sovrapposti, si affaccia sulla Gravina. Sotto il piccolo giardino ci sono minuscoli appezzamenti delimitati da muretti a secco. Di fronte, l'Altipiano delle Murge.
Lungo una gradinata che conduceva a un complesso rupestre, sono stati costruiti alcuni ambienti. Il più antico risale al 1779. Questa parte della città era abitata da artigiani, che spesso usufruivano della vicinissima Gravina come scarico delle acque di risulta delle varie lavorazioni. Questo edificio in particolare è stato inizialmente un frantoio oleario. Nei primi anni del ‘900 diventa una conceria, in uso fino al 1962.
Fin dal Medioevo, Matera aveva una solida tradizione nel campo della concia delle pelli. Nel corso dei secoli, vari ambiti cittadini avevano ospitato questo genere di opifici. L'edificio è, di fatto, l'ultima conceria, gestita dalla famiglia Montemurro di Francesco Saverio detto Barrock. È una preziosa testimonianza del passato meno noto della storia di questa città.
In occasione delle Giornate FAI di Primavera, oltre alla scoperta dei vari locali restaurati con grande cura e rispetto, saranno mostrati gli attrezzi dei conciatori Montemurro, ritrovati in situ. La posizione della struttura è un ottimo esempio del dialogo tra la città edificata e l'Altipiano Murgico, sede del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano. Un connubio sempre sorprendente tra l'opera dell'uomo e la natura.
Narrazione a cura degli Apprendisti Ciceroni dell'ITCG "Loperfido-Olivetti" - Matera
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