La prima prova documentale sull'edificio è costituita da un diploma di Carlo il Grosso dell'883 in cui è citato come ecclesia in onore sancti Alexandri dedicata in loco nuncupante Fara.
Quel che resta della basilica è stato accorpato nel medioevo nel cosiddetto oratorio di santa Felicita.
La chiesa, di cui è rimasta solo un'unica navata e l'abside centrale, aveva originariamente una struttura basilicale a tre navate con pareti costruite in laterizio.
Dalla navata centrale emerge un'abside poligonale la cui parete esterna è suddivisa da lesene piatte unite in alto da archi a tutto sesto. Tra le lesene centrali dell'abside erano inserite delle sottili monofore di cui una è attualmente murata.