Questo grande parco apparteneva in origine alla splendida villa di campagna della famiglia veneziana Calbo Crotta destinata, dal 1909, a sede monastica di clausura. Il suo nucleo storico è costituito da due barchesse, edifici caratteristici dell’architettura veneta, originariamente destinati a magazzini e ambienti di servizio per le attività agricole. Le due ali settecentesche si dispongono l'una di fronte all'altra, con eleganti arcate a tutto sesto. Le acute somiglianze con la barchessa di Barcon di Vedelago fanno attribuire il progetto all’architetto della Repubblica di Venezia, Giorgio Massari.
Durante i due conflitti mondiali il monastero fu oggetto di occupazioni e depredamenti, ma fortunatamente le monache non vennero mai sfollate. Oggi è il più importante cenobio cistercense di clausura femminile in Italia: oltre a essere dotato di foresteria, vi si svolgono attività agricole e artigianali, come la produzione di miele e uva, o il restauro di paramenti sacri.
Le suore del convento si sono fortemente mobilitate a favore del Brolo, insieme alla comunità locale, per contrastare un progetto di edificazione del Comune di San Giacomo di Veglia che prevedeva la costruzione di strutture commerciali al posto dell'area verde di fronte al monastero.
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