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CASA GRAZIANI

CASA GRAZIANI

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CASA GRAZIANI
Si tratta di un immobile costruito secondo il Forattini nel 1762. E' stato edificato su progetto di Alfonso Torreggiani, per la famiglia di Giovanni Battista Graziani, probabilmente su precedenti strutture di servizio dell'attiguo palazzo Bentivoglio. Giovan Battista Graziani esercitava l'attività di spedizioniere e, probabilmente, per i suoi frequenti viaggi all'estero, aveva acquisito una certa sensibilità artistica. In seguito la proprietà passò al figlio e la vedova di quest'ultimo alienò la casa ai fratelli Clinker. I Clinker erano una famiglia di origine inglese che si era insediata a Bologna per esercitare il commercio di tessuti. Nel 1804, a seguito del blocco napoleonico delle vie marittime, i Clinker dovettero sospendere la loro attività e cedettero la casa a Filippo Marmani antenato di Augusta Mazzoni Reggiani e quindi lontano antenato degli attuali proprietari. Il 27 agosto 1850 nella casa è nato Augusto Righi. La famiglia, composta dal padre medico chirurgo Dr. Francesco, dalla madre Giuseppina Zanelli, da due sorelle nubili del Dr. Francesco e da altre due figlie, abitava in alcuni locali del primo piano da alcuni anni. Nel 1869 la Famiglia Righi con il suo Augusto, qualificato nel registro della parrocchia di San Martino come impiegato, si trasferì in via Repubblica 3 (ora via A, Righi). Nel primo anniversario della morte di Augusto Righi il Comune di Bologna volle porre una lapide sulla facciata della casa e l' epigrafe fu dettata dal professore Luigi Donati, direttore della scuola di applicazione per gli ingegneri. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E. Riccomini ("Scultura Bolognese del settecento" anno 1965) trae una analoga impressione delle parti artistiche di questa casa e la ritiene "fra i complessi più interessanti del nostro settecento" "E un capriccio, questo di casa Graziani, del miglior architetto del barocchetto bolognese, il Torreggiani, che volle riprodurre, come in un teatrino di marionette, l'atrio e lo scalone d'onore di una dimora patrizia in uno spazio ridottissimo, alla misura di un interno borghese, riuscendone un affetto di aposiche assai divertente, da far pensare a certi scherzi architettonici dei manieristi, ed è gioco forza rammentare quelli di Giulio Romano, a Mantova. Aldo Foratti (" Alfonso Torreggiani" autore Aldo Foratti editore Il Comune di Bologna anno 1935) nel descrivere le opere di Alfonso Torreggiani, attribuisce al periodo più tardo ed evoluto del rococò l'atrio e la scala della casa. Scrive: "è un lavoro in miniatura e di buon gusto" E. Gottarelli ("Bologna Incontri" autore E. Gottarelli anno 1974 mese maggio) rileva la particolare comunanza fra scenografia teatrale e architettura. E. Riccomini (Larte a Bologna autore E. Riccomini editore Editoriale Bologna s.r.l. anno 2003) Appunto al Torreggiani,,si debbono numerosi interventi dogni genere in fabbriche grandi e piccole della Bologna settecentesca: daklinterno della cattedrale di San Pietro, ammodernata tra il 1743 e il 1755 per volontà del papa bolognese Benedetto XIV, fino al delizioso atrio con scale e statue (di Gaetano Lollini) della casa del mercante Graziani nel Borgo di San Pietro, eseguito nel m1762 dal Torreggiani ormai ottantenne, e che mima, in dimensione ridottissima, le forme di un grande interno patrizio. Le decorazioni e pitture sono di Gaetano Lollini. Sconosciuto l'anno di nascita, ma si sa che concorse ad un premio per scultori nel 1727, ed è quindi probabile che fosse nato agli inzi del secolo.Non si conosce di chi fu l'allievo, forse del Mazzza Oretti nel descrivere le opere di Gaetano Lollini fa una particolare descrizione di quanto fece nella casa di Borgo San Pietro, 3. Scrive " La loggia inferiore è ornata di stucchi fatti di sua mano e per termini le quattro virtù cardinali, grandi statue di stucco al naturale. Nella scala vi fece un medaglione con la Madonna, bambin Gesù, San Gioseffo mezze figure come sopra, quattro puttini di rilievo e tutti gli ordinamenti di detta scala"

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Si tratta di un immobile costruito secondo il Forattini nel 1762. E' stato edificato su progetto di Alfonso Torreggiani, per la famiglia di Giovanni Battista Graziani, probabilmente su precedenti strutture di servizio dell'attiguo palazzo Bentivoglio. Giovan Battista Graziani esercitava l'attività di spedizioniere e, probabilmente, per i suoi frequenti viaggi all'estero, aveva acquisito una certa sensibilità artistica. In seguito la proprietà passò al figlio e la vedova di quest'ultimo alienò la casa ai fratelli Clinker. I Clinker erano una famiglia di origine inglese che si era insediata a Bologna per esercitare il commercio di tessuti. Nel 1804, a seguito del blocco napoleonico delle vie marittime, i Clinker dovettero sospendere la loro attività e cedettero la casa a Filippo Marmani antenato di Augusta Mazzoni Reggiani e quindi lontano antenato degli attuali proprietari. Il 27 agosto 1850 nella casa è nato Augusto Righi. La famiglia, composta dal padre medico chirurgo Dr. Francesco, dalla madre Giuseppina Zanelli, da due sorelle nubili del Dr. Francesco e da altre due figlie, abitava in alcuni locali del primo piano da alcuni anni. Nel 1869 la Famiglia Righi con il suo Augusto, qualificato nel registro della parrocchia di San Martino come impiegato, si trasferì in via Repubblica 3 (ora via A, Righi). Nel primo anniversario della morte di Augusto Righi il Comune di Bologna volle porre una lapide sulla facciata della casa e l' epigrafe fu dettata dal professore Luigi Donati, direttore della scuola di applicazione per gli ingegneri. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E. Riccomini ("Scultura Bolognese del settecento" anno 1965) trae una analoga impressione delle parti artistiche di questa casa e la ritiene "fra i complessi più interessanti del nostro settecento" "E un capriccio, questo di casa Graziani, del miglior architetto del barocchetto bolognese, il Torreggiani, che volle riprodurre, come in un teatrino di marionette, l'atrio e lo scalone d'onore di una dimora patrizia in uno spazio ridottissimo, alla misura di un interno borghese, riuscendone un affetto di aposiche assai divertente, da far pensare a certi scherzi architettonici dei manieristi, ed è gioco forza rammentare quelli di Giulio Romano, a Mantova. Aldo Foratti (" Alfonso Torreggiani" autore Aldo Foratti editore Il Comune di Bologna anno 1935) nel descrivere le opere di Alfonso Torreggiani, attribuisce al periodo più tardo ed evoluto del rococò l'atrio e la scala della casa. Scrive: "è un lavoro in miniatura e di buon gusto" E. Gottarelli ("Bologna Incontri" autore E. Gottarelli anno 1974 mese maggio) rileva la particolare comunanza fra scenografia teatrale e architettura. E. Riccomini (Larte a Bologna autore E. Riccomini editore Editoriale Bologna s.r.l. anno 2003) Appunto al Torreggiani,,si debbono numerosi interventi dogni genere in fabbriche grandi e piccole della Bologna settecentesca: daklinterno della cattedrale di San Pietro, ammodernata tra il 1743 e il 1755 per volontà del papa bolognese Benedetto XIV, fino al delizioso atrio con scale e statue (di Gaetano Lollini) della casa del mercante Graziani nel Borgo di San Pietro, eseguito nel m1762 dal Torreggiani ormai ottantenne, e che mima, in dimensione ridottissima, le forme di un grande interno patrizio. Le decorazioni e pitture sono di Gaetano Lollini. Sconosciuto l'anno di nascita, ma si sa che concorse ad un premio per scultori nel 1727, ed è quindi probabile che fosse nato agli inzi del secolo.Non si conosce di chi fu l'allievo, forse del Mazzza Oretti nel descrivere le opere di Gaetano Lollini fa una particolare descrizione di quanto fece nella casa di Borgo San Pietro, 3. Scrive " La loggia inferiore è ornata di stucchi fatti di sua mano e per termini le quattro virtù cardinali, grandi statue di stucco al naturale. Nella scala vi fece un medaglione con la Madonna, bambin Gesù, San Gioseffo mezze figure come sopra, quattro puttini di rilievo e tutti gli ordinamenti di detta scala"
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