I Luoghi del Cuore
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CASCINA CASTELLO

CASCINA CASTELLO

CARPIANO, MILANO

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CASCINA CASTELLO
Nel 1200 Carpiano esisteva già (ci sono documenti già dall'800), ma fu proprio agli inizi del 1200 che i Certosini -sotto la protezione dei Visconti- cominciarono la loro opera di bonifica e regolamentazione del territorio introducendo tecniche nuove, come quella delle marcite. Nel tempo questi frati riuscirono sfruttare le acque del Lisone, colatore pubblico che deriva le sue acque dal Naviglio Grande (Porta Ticinese) tramite il Ticinello e che assume il suo nome a partire da Opera . In questo posto esisteva -forse dall'XI secolo-una postazione militare tenuta da personaggi "di fiducia" dei Visconti, fra cui la famiglia più importante all'epoca è stata quella dei Pusterla. Ma quando Franciscolo Pusterla si mise (forse) a congiurare contro Luchino e Giovanni Visconti, questi lo fecero decapitare con l’inganno assieme a moglie, figli e molti altri parenti, confiscando il loro beni e distribuendoli a personaggi amici e ad amanti varie. Le cascine di Carpiano furono assegnate alla Certosa di Pavia, e quando alla fine del 1300 GianGaleazzo V. decideva di costruire a Torre del Mangano il suo Mausoleo, anche il Castello di Carpiano passò in consegna ai Certosini; per una cinquantina d'anni essi lo diedero in gestione a fittavoli, ma poi iniziarono ad abitarlo direttamente e ad usarlo come convento. Possedere queste terre non significava solo gestire e sfruttare i terreni agricoli: le proprietà certosine in Carpiano si estendevano fino ad assorbire la totalità delle strutture del borgo, comprendendo case, botteghe, notai e altri professionisti, (fabbri, falegnami, muratori, fornaciai), tutte cose che rendevano fitti perpetui e cospicue entrate. Man mano che la potenza economica di Carpiano aumentava, il Castello si caratterizzava - oltre che come sede amministrativa e organizzativa- anche come centro agricolo di grande rilievo. Subì danni nel corso della Battaglia dei Giganti (1515), dovuti non tanto a fatti d'arme, ma al passaggio e alla permanenza sul territorio delle truppe. Tra il 1544 e il 1549 venne ristrutturato e fortificato raggiungendo il suo massimo splendore; divenne quindi quello che -in parte- riusciamo a vedere oggi, ovvero una "Grangia", cioè una cascina fortificata, abbellita da affreschi e sculture, alcune delle quali donate dalla Certosa di Pavia. Piano piano i Certosini, divenuti troppo ricchi e potenti, abbandonarono la gestione diretta delle attività agricole, così come della cura religiosa del paese. Tornarono a concedere in affitto il Castello o parte di esso a varie famiglie importanti della zona. Anche nei secoli successivi, passando fra varie dominazioni, i Certosini mantennero saldamente la proprietà di Carpiano. Fino al 1781, quando Giuseppe II d'Austria decise di abolire gli ordini monastici. Dopo questa data Carpiano fu dapprima infeudata a Giovanni Alessandro Brambilla (protochirurgo dell'esercito imperiale) e poi al Conte Giacomo Mellerio che alla sua morte (1847) lo donò ai Luoghi Pii Elemosinieri. Nel corso del XIX secolo il Castello venne pesantemente adattato all'attività agricola e casearia evolutasi coi tempi, cosa che -se da una parte ha mantenuto in vita il complesso- dall'altra ha provocato modificazioni e danneggiamenti molto significativi. Solo nel 1962 il Ministero della Pubblica Istruzione definirà l'edificio di "interesse particolarmente importante", dettando numerosi vincoli di salvaguardia.

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