Ad un'ora di cammino a piedi, dopo aver lasciato la strada battuta che conduce all'altipiano di Collemezzo (o del Colubro), si accede ai ruderi del castello risalendo il fossato Ballerino. Qui restano in piedi un tratto della torre, con cisterna ricoperta accanto, tracce di pareti delle mura difensive lunghe circa 500 metri e larghe una trentina di metri ed anche la chiesa di Santa Maria di Collemezzo. Il castello era in posizione strategica per controllare le vie di comunicazione tra la palude pontina (Norma, Cori, Bassiano e Ninfa) e le vie interne delle vallate di Carpineto e del Sacco.
Le prime notizie del castello si hanno con la bolla di Lucio III (anno 1182), che indica quali "domini" i De Collemedio, padroni anche della vicina Montelanico. Un suo feudatario, Guido de Collemedio, partecipò alla congiura contro Papa Bonifacio VIII (lo schiaffo d'Anagni). Nel 1372 il castello venne distrutto dagli abitanti di Cori e la signoria de Collemedio scomparve nel XVI secolo, mentre il suo territorio sarà incorporato da Montelanico.
Tra i personaggi illustri di questa signoria vi è il cardinale Pietro De Collemedio, diplomatico e rettore dell'università di Parigi.