CHIESA DI SAN PIETRO DI QUINTO

GENOVA

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CHIESA DI SAN PIETRO DI QUINTO
La Chiesa sorge alle falde del monte Moro in posizione una volta amena e la fabbrica divide in due tronchi l'antica via Romana. Sull'epoca di fondazione non si hanno notizie certe. Il primo documento ufficiale della parrocchia di S.Pietro di Quinto, un lascito testamentario, è del 2 novembre 1182. La chiesa fu ingrandita una prima volta verso il 1254; nel 1730 è a tre navate con sette altari. In quel tempo era dotata di un buon organo e di molti argenti, dispersi a seguito delle soppressioni di fine settecento. Divenuta insufficiente a causa dell’aumento della popolazione, fu demolita nel 1844, e sulle rovine di essa sorse la nuova, ad una sola navata, larga tredici metri e mezzo, lunga quarantadue metri. Successivamente, nel 1882, furono eretti un nuovo coro e presbiterio, di proporzioni adeguate al corpo della chiesa e decorato di marmi policromi, di stucchi, di affreschi e dorature. Della chiesa primitiva è rimasto solo un tabernacolo murale, che, prima del 1500, serviva a custodire l’Eucaristia, e che probabilmente doveva essere murato nella parete del presbiterio dal lato del Vangelo. Il campanile, che raggiunge l’altezza di cinquantadue metri, fu ricostruito fra il 1872 ed il 1873 in stile barocco. La chiesa comprende otto altari, oltre il maggiore. Particolarmente ricca è la cappella dedicata alla Madonna del Carmine, costruita nel 1890, l’ultima a sinistra di chi entra, che si stacca esternamente dalla linea degli altri altari. Sulle pareti del presbiterio, rivestite di marmi policromi intarsiati, sono due grandi tele: una di Santino Tagliafichi (1825), S. Pietro che riceve le chiavi di Cristo, l’altra di Francesco Baratta e Tagliafichi, La Pesca miracolosa. L’ampia volta della navata era stata dipinta e decorata nel 1887 dal veneziano Ferdinando Pavoni, per le figure, e dal genovese Giacomo Carbone, per gli ornati e le dorature. Crollato il soffitto la notte dell'8 ottobre 1932, si procedette subito alla ricostruzione della volta della navata e ad altri importanti lavori di restauro e abbellimento. Aperta una gara, ebbe la preferenza il progetto del bergamasco Fermo Taragni, che si avvalse dei pittori Cesare Donati e Pasquale Arzuffi. Poiché la chiesa è dedicata a S.Pietro apostolo, soggetto del grande medaglione centrale del soffitto fu il suo martirio. Sull'arco trionfale della tribuna venne rappresentato Cristo attorniato dalla gloria degli Angeli e dei Santi, sui fianchi dell'arco S. Michele Arcangelo e S. Giovanni Battista. Sulle pareti sono raffigurati: S.Paolo, S.Anna, S.Caterina da Genova, S.Siro vescovo; ad essi venne aggiunto Cristoforo Colombo “il portatore di Cristo al Nuovo Mondo“, la cui nascita in Quinto veniva data come molto probabile. Sopra l’altar maggiore venne innalzato un baldacchino, retto da quattro colonne di marmo rosso di Levanto, alte metri 3,10 ciascuna, con plinto e base di marmo bianco di Carrara e capitelli dorati. La chiesa possiede una reliquia preziosa, consistente nell'avambraccio di S.Maria Salome, madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, collocato entro un reliquario a forma di braccio. Questa reliquia fu donata da fra Stefano de Cerruti da Varazze, dell'Ordine dei Minori, il quale nel 1515 trovandosi a Costantinopoli poté ottenerla, e nel 1538 la regalò alla Parrocchia. Sul lato sinistro della navata è un pregevole Cristo moro processionale, probabilmente d’ambito del Maragliano, sulla cui provenienza ancora sono in corso studi. Fu acquisito nell’anno stesso della fondazione dalla Confraternita di S. Pietro, fondata nel 1893. Sui canti del Crocifisso si notano emblemi papali. Hanno collaborato con le attività della Parrocchia dal 1831 al 1839 Santa Paola Frassinetti, sorella dell’allora prevosto, fondatrice dell'Istituto delle Suore Dorotee, e dal 1937 al 1941 Santa Gianna Beretta Molla. Due lapidi le ricordano nella chiesa. Nella chiesa fu battezzato il Cardinale Giacomo Lercaro (1891-1976), nativo di Quinto.
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