CHIESA DI SANTA BARBARA

CAGNANO VARANO, FOGGIA

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CHIESA DI SANTA BARBARA
La chiesa Santa Barbara in località San Nicola Varano (già San Nicola Imbuti) presso Cagnano Varano (FG) è stata eretta dal Ministero dell’Aviazione Militare tra il 1915 e il 1920, anno d’inizio delle celebrazioni per i militari che occupavano il villaggio limitrofo dell’idroscalo San Nicola. In seguito all’armistizio delle forze armate italiane, nel dicembre del 1943, sia l’Idroscalo sia la chiesa furono abbandonati e mai rifunzionalizzati. La chiesa è dedicata a Dio e a Santa Barbara, patrona di tutti coloro che hanno contatto con il fuoco, con le mine e con le armi da fuoco, e sulla facciata viene ricordata tale scritta: “anno del Signore 1920”. Costruita sull’asse Est-Ovest in una amena posizione e circondata da ulivi secolari, la chiesa domina la vista sul lago Varano circondata da un pascolo ubertoso. L’impianto a croce latina con tre navate e torre campanara richiama lo stile romanico pugliese e rappresenta una delle ultime testimonianze di strutture in muratura in mattoni pieni di lì a poco sostituiti totalmente dall’uso del cemento. La facciata ripartita in tre ordini è rivestita in mattoni in argilla gialla e presenta una tipologia a “capanna” sormontata sulla cuspide dalla “croce di San Benedetto”, reperto dell’antica abbazia benedettina rinvenuto nell’area dell’idroscalo. Sulla facciata, un grande rosone senza più vetri, troneggia sul portale centrale sormontato dalla lunetta privata del basso rilievo in pietra, e affiancato da due colonne con base e capitello; lateralmente le due nicchie piangono le due statue trafugate (forse San Nicola e Santa Barbara). L’accesso alla chiesa avveniva tramite una gradinata in pietra scolpita, purtroppo vandalizzata e depredata insieme alla campana, all’altare in marmo policromo, ai gradini in marmo di Carrara, alle statue, ai quadri, alla ringhiera dell’originaria scalinata che porta al campanile, e al portone; danni antropici che vanno ad aggiungersi all’incuria e all’abbandono aggravati fortemente dal crollo del tetto e della cupola all’incrocio con il transetto. Negli anni, diverse sono state le iniziative atte a mobilitare l’attenzione sulla necessaria azione di restauro di tale bene: ci auguriamo che grazie all’impegno di tutti, la chiesa torni, entro il suo centenario (2020) dalla costruzione, ad essere nuovamente fruita, restaurata, dalla sua comunità e da tutti.
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