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CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA

GIULIANOVA, TERAMO

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CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA
La tradizione storiografica cittadina, al vero affatto cospicua relativamente alla chiesa della Madonna della Misericordia, annovera l’edificio tra i primi luoghi di culto ad essere stato eretto nella nuova città voluta e fondata attorno al 1470 dal duca e condottiero Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona, quale porta e difesa del Regno di Napoli. Il nuovo centro fortificato, tra le sperimentazioni urbanistiche più aggiornate e ancora poco conosciute del Quattrocento adriatico e italiano, prese il nome del suo fondatore, Giulia. Vari studi negli ultimi anni hanno messo in luce le peculiarità dell’impianto urbanistico, con una avanzata predisposizione funzionale degli spazi pubblici e delle architetture di servizio. Secondo la tradizione, una chiesa con la stessa dedicazione, legata alle pestilenze del Trecento, sorgeva anche nella medievale Castel San Flaviano, caduta definitivamente in rovina dopo la battaglia tra gli eserciti peninsulari che appoggiavano gli Aragona e gli Angioini, combattuta nel luglio del 1460 sulla piana alla foce del fiume Tordino. Per secoli, questa chiesa è stata amministrata dall’omonima confraternita la cui nascita venne approvata dal vescovo aprutino e colto umanista legato agli Acquaviva, Giovanni Antonio de Tollis detto il Campano, nel settembre del 1474. Le ultime ricerche archivistiche hanno tuttavia messo in dubbio la tradizione storiografica che vorrebbero la nascita dell’edificio con la fondazione della ricca Arciconfraternita, la più nobile della città. Molto più probabilmente l’attuale chiesa venne edificata dalla confraternita nel corso del XVIII secolo, probabilmente dopo essersi ritrovata costretta ad abbandonare l’antica sede, citata come oratorio o chiesa di Santa Maria della Misericordia, adiacente alla chiesa di San Rocco e del “Venerabile Ospedale di Giulia”, poco lontani, forse a causa delle precarie condizioni delle strutture. Scomparsa da circa un secolo l’antica confraternita che seguiva fino allo scorcio del Settecento la regola dei disciplinati, la chiesa è ancora oggi dedicata ai riti pietosi della Settimana Santa.   La chiesa di Santa Maria della Misericordia, popolarmente detta semplicemente chiesa della Misericordia, sorge sul lato settentrionale di piazza Dante Alighieri. Dalla popolazione, la piazza è chiamata con diversi toponimi, quali piazza della Misericordia, piazza della Verdura o ancora del Mercato, testimonianza del fatto che fin dalla pianificazione di Giulia, questo spazio, posto al centro dell’abitato, è stato destinato alle attività commerciali e di scambio, ruolo che mantiene fino ad oggi. La forma romboidale della piazza, dagli angoli della quale si diramano le vie verso le altre contrade, suggerisce anche per questo luogo di Giulia, la volontà del progettista di rendere l’illusione di una superficie reale più dilatata e adatta al ruolo.  Santa Maria della Misericordia si presenta in forme tardo settecentesche di un sobrio gusto classicistico. La facciata è scandita da quattro lesene che sorreggono una trabeazione; al centro si apre il portale d’accesso su due scalini. Al di sopra, la facciata, che si innalza secondo la stessa tripartizione sottostante e ospita la mostra dell’orologio, termina in un piccolo attico raccordato al resto da due volute in laterizio. L’interno è ad un’unica navata ritmata da coppie di lesene con capitelli compositi e trabeazione, coperta da una volta a botte con unghiature in corrispondenza delle quattro finestre laterali. La navata è conclusa da un’abside semicircolare con calotta. Oltre all’altare maggiore in marmi policromi, presenta sul lato sinistro un altare dedicato alla Madonna Addolorata e al Cristo morto, sempre realizzato in marmi. In controfacciata è presente la cantoria che conserva ancora l’originario organo e la relativa cassa, con balaustra ornata di rilievi in stucco rappresentanti angeli musicanti e greche risalente alla fine dell’Ottocento. 

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La tradizione storiografica cittadina, al vero affatto cospicua relativamente alla chiesa della Madonna della Misericordia, annovera l’edificio tra i primi luoghi di culto ad essere stato eretto nella nuova città voluta e fondata attorno al 1470 dal duca e condottiero Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona, quale porta e difesa del Regno di Napoli. Il nuovo centro fortificato, tra le sperimentazioni urbanistiche più aggiornate e ancora poco conosciute del Quattrocento adriatico e italiano, prese il nome del suo fondatore, Giulia. Vari studi negli ultimi anni hanno messo in luce le peculiarità dell’impianto urbanistico, con una avanzata predisposizione funzionale degli spazi pubblici e delle architetture di servizio. Secondo la tradizione, una chiesa con la stessa dedicazione, legata alle pestilenze del Trecento, sorgeva anche nella medievale Castel San Flaviano, caduta definitivamente in rovina dopo la battaglia tra gli eserciti peninsulari che appoggiavano gli Aragona e gli Angioini, combattuta nel luglio del 1460 sulla piana alla foce del fiume Tordino. Per secoli, questa chiesa è stata amministrata dall’omonima confraternita la cui nascita venne approvata dal vescovo aprutino e colto umanista legato agli Acquaviva, Giovanni Antonio de Tollis detto il Campano, nel settembre del 1474. Le ultime ricerche archivistiche hanno tuttavia messo in dubbio la tradizione storiografica che vorrebbero la nascita dell’edificio con la fondazione della ricca Arciconfraternita, la più nobile della città. Molto più probabilmente l’attuale chiesa venne edificata dalla confraternita nel corso del XVIII secolo, probabilmente dopo essersi ritrovata costretta ad abbandonare l’antica sede, citata come oratorio o chiesa di Santa Maria della Misericordia, adiacente alla chiesa di San Rocco e del “Venerabile Ospedale di Giulia”, poco lontani, forse a causa delle precarie condizioni delle strutture. Scomparsa da circa un secolo l’antica confraternita che seguiva fino allo scorcio del Settecento la regola dei disciplinati, la chiesa è ancora oggi dedicata ai riti pietosi della Settimana Santa.   La chiesa di Santa Maria della Misericordia, popolarmente detta semplicemente chiesa della Misericordia, sorge sul lato settentrionale di piazza Dante Alighieri. Dalla popolazione, la piazza è chiamata con diversi toponimi, quali piazza della Misericordia, piazza della Verdura o ancora del Mercato, testimonianza del fatto che fin dalla pianificazione di Giulia, questo spazio, posto al centro dell’abitato, è stato destinato alle attività commerciali e di scambio, ruolo che mantiene fino ad oggi. La forma romboidale della piazza, dagli angoli della quale si diramano le vie verso le altre contrade, suggerisce anche per questo luogo di Giulia, la volontà del progettista di rendere l’illusione di una superficie reale più dilatata e adatta al ruolo.  Santa Maria della Misericordia si presenta in forme tardo settecentesche di un sobrio gusto classicistico. La facciata è scandita da quattro lesene che sorreggono una trabeazione; al centro si apre il portale d’accesso su due scalini. Al di sopra, la facciata, che si innalza secondo la stessa tripartizione sottostante e ospita la mostra dell’orologio, termina in un piccolo attico raccordato al resto da due volute in laterizio. L’interno è ad un’unica navata ritmata da coppie di lesene con capitelli compositi e trabeazione, coperta da una volta a botte con unghiature in corrispondenza delle quattro finestre laterali. La navata è conclusa da un’abside semicircolare con calotta. Oltre all’altare maggiore in marmi policromi, presenta sul lato sinistro un altare dedicato alla Madonna Addolorata e al Cristo morto, sempre realizzato in marmi. In controfacciata è presente la cantoria che conserva ancora l’originario organo e la relativa cassa, con balaustra ornata di rilievi in stucco rappresentanti angeli musicanti e greche risalente alla fine dell’Ottocento. 
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