Scopri il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo
Il più antico documento relativo alla chiesa è dell’11 di maggio dell’Anno Domini 1628. Si tratta di un atto, stipulato presso il notaio Ottavio Fera, con cui sono donate quattro case e un magazzino al SS. Crocifisso, perché il vicario della Terra di Montemaggiore, Giuseppe Cangelosi, celebrasse nella chiesa del Crocifisso ogni anno la festa del 3 maggio, con vespro e Messa solenne. La leggenda popolare, tramandata per secoli oralmente e messa per iscritto dall’erudito sacerdote Filippo Chianchiana nel 1898, attribuisce effettivamente al Cangelosi il ritrovamento miracoloso dell’immagine, che sarebbe avvenuto presso l’antica abbazia di Santa Maria degli Angeli intorno al 1625, sotto un roveto infuocato che non si consumava. Evidente richiamo all’episodio biblico della rivelazione del nome divino a Mosè sul Monte Sinai, questo racconto coincide cronologicamente con il documento notarile citato e attribuisce a Giuseppe Cangelosi l’inizio del culto del Crocifisso a Montemaggiore. Dopo il restauro avvenuto nel 1996-97, si è potuto studiare con attenzione l’immagine, che si presenta come opera del primo rinascimento, scolpita fra il 1480 e il 1520, da autore non riconducibile ad ambito siciliano, quanto piuttosto settentrionale, forse lombardo. La famiglia Cangelosi, presente a Montemaggiore già alla fine del XVI secolo, è certamente l’artefice dell’arrivo dell’immagine a Montemaggiore e forse anche della costruzione di una prima chiesa per custodirla. In ogni caso l’attuale edificio è frutto di una ricostruzione globale, attuata probabilmente nel ventennio che va dal 1645 al 1665. L’immagine vi fu custodita in un fercolo a baldacchino con colonne tortili, fra le immagini di Maria, della Maddalena e di Giovanni. Ve ne sono sopravvivenze nell’attuale cappella custodiale, realizzata dopo il 1766, quando fu realizzato un fercolo processionale ancora più maestoso, su cui il Crocifisso viene collocato nelle due processioni del 3 maggio e 14 settembre. Col tempo la chiesa si è arricchita di opere di grande rilievo, che ne fanno uno dei maggiori contenitori d’arte figurativa del territorio madonita e del termitano. Se l’esterno si presenta decorativamente semplice e tuttavia monumentale nei volumi architettonici, l’interno è un vero e proprio scrigno di sorprese. Le statue dorate di Santa Maria Maddalena, dei Santi Cosma e Damiano e della Madonna del Carmelo, sono tutte opere della prima metà del sec. XVII, di grande raffinatezza stilistica. Nel 1732 il pittore Filippo Randazzo e il quadraturista e architetto Francesco Firrigno realizzarono gli affreschi della volta e della cantoria, tutti sul tema dell’esaltazione della Croce. Le pareti interamente dipinte ad affresco e a tempera riportano finte architetture e decorazioni barocche, forse in parte riconducibili allo stesso Firrigno. Del 1799, invece, è l’organo, realizzato da Giuseppe Fasuli e mai ammodernato nella parte strumentale, dunque, a differenza della quasi totalità degli strumenti esistenti, del tutto integro. Nel 1851 un movimento franoso si staccò dal Monte Roccellito, seppellendo in pochi giorni tutta la parte più antica del paese, compreso il castello-palazzo dei principi Migliaccio, ma lasciando del tutto integra la chiesa. Le carte di rilievo tecnico del tempo testimoniano come la frana si sia divisa in due braccia proprio sopra l’edificio e si sia riunificata appena sotto lo stesso, lasciandone scoperte le fondamenta. Ancora oggi è perfettamente visibile lo sbancamento del terreno e il dislivello di oltre 3 metri rispetto all’assetto originario.
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IL BENE
La chiesa del SS. Crocifisso di Montemaggiore Belsito è a navata unica e venne costruita nel 1676 per volere della principessa Lucrezia Migliaccio, riconoscente al SS. Crocifisso per la miracolosa guarigione da una grave malattia. La cappella preesistente alla chiesa che ospitava l'effige del Crocifisso ligneo si trova inglobata all'interno dell’edificio. La volta della navata è sontuosamente ornata con affreschi di Filippo Randazzo - detto il Monocolo di Nicosia (1692-1748) - e dell'architetto trapanese Francesco Ferrigno (1686-1766). Vi si trova inoltre un antico crocifisso ligneo che viene festeggiato solennemente dal 13 al 15 settembre e trasportato in processione per le vie del paese su una imponente struttura lignea, denominata la Vara. Del 1799, invece, è l’organo, realizzato da Giuseppe Fasuli e mai ammodernato nella parte strumentale, dunque, a differenza della quasi totalità degli strumenti esistenti, del tutto integro. Il campanile, distrutto dai fulmini, venne ricostruito grazie all'intervento di alcune famiglie benestanti. La Chiesa del SS. Crocifisso di Montemaggiore Belsito (PA) è risultata, con 2.957 voti, il luogo più votato nelle filiali di Intesa Sanpaolo nel 2018 e ha così potuto beneficiare dei 5.000 euro messi in palio per questa classifica speciale.
PROGETTO SOSTENUTO
L'intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo - presentato dalla Parrocchia di Sant’Agata Vergine e Martire a cui fa capo anche la Chiesa del Santissimo Crocifisso - ha portato alla valorizzazione del luogo attraverso un percorso sulla storia della chiesa e della venerata immagine del Crocifisso, grazie alla realizzazione, in due stanze attigue alla sacrestia, di una sorta di “museo della memoria” dove sono stati esposti anche alcuni monili in oro e argento che prima dell’ultimo restauro adornavano il manufatto. Questo intervento rappresenta per la comunità di Montemaggiore Belsito un investimento sulla cultura e sulla valorizzazione dell’identità del territorio. Sulla scia del successo ottenuto al censimento del FAI il Parroco ha inoltre lanciato un appello di raccolta fondi chiedendo di contribuire al “Fondo restauro per la Chiesa del Crocifisso” per proseguire nel recupero del bene.
LE PERSONE CHE HANNO RACCOLTO I VOTI
La comunità di Montemaggiore Belsito, sotto la guida del Parroco, si è impegnata nella raccolta voti al censimento 2018 dei Luoghi del Cuore tanto da risultare il luogo più votato nelle filiali di Intesa Sanpaolo e ottenere così un contributo di 5.000euro. La raccolta voti, a cui hanno partecipato attivamente gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori, è stata una preziosa occasione per volgere l’attenzione delle nuove generazioni verso l’importanza del patrimonio culturale del loro territorio.
CONTRIBUTO: 5.000 euro
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