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CHIOSTRO DEL MONASTERO DI SAN LORENZO | ph. FAI | © FAI - Fondo Ambiente Italiano

CHIOSTRO DEL MONASTERO DI SAN LORENZO

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CHIOSTRO DEL MONASTERO DI SAN LORENZO
L'isolato, entro il quale si trova il complesso monumentale, è perimetrato da piazza San Lorenzo, via del Maglio, via del Piloto e via della Crocetta. SUPERFICI OCCUPATE - Proprietà Comunale (Ex-convento) Edifici: tot. 5100 mq Spazi porticati: tot. 890 mq Spazi aperti: tot. 3550 mq Coperture: tot. 3860 mq Chiostro grande (porticato e verde): tot. 1350 mq - Proprietà Soprintendenza (Chiesa) Lunghezza: 75 m circa Larghezza: 20 m circa. Superficie di base: tot. 1500 mq circa Attualmente restano due livelli pari a 3000 mq circa PROFILO STORICO-ARCHITETTONICO Il complesso monumentale di San Lorenzo a Pistoia venne fondato dai frati Eremitani Agostiniani nel 1278, quando si erano insediati tutti gli altri Ordini Mendicanti. La struttura della chiesa, che assunse dimensioni amplissime fra Medioevo e Rinascimento, misura attualmente circa 75 metri per 20, sviluppando una superficie di base di circa 1500 metri quadrati. Del più antico chiostro non è dato conoscere la conformazione, dal momento che fu ristrutturato in forme rinascimentali e dotato di bei capitelli ionici probabilmente nel tardo Quattrocento, con un perimetro perfettamente quadrato. Collocato sulla sinistra della chiesa verso ovest, misura complessivamente 1350 mq. Sia la chiesa che questo chiostro sono le parti in migliori condizioni statiche grazie agli interventi della Soprintendenza iniziati nel 1989, anche se nella chiesa non sono stati completati. Sul lato sud del complesso, prospiciente sulla piazza, si trovava l'antica Compagnia della Crocetta, di fondazione medievale, di cui si vedono tracce. Nella tarda Età Moderna i vani furono utilizzati come forno per il pane al servizio dei poveri, mentre la Compagnia della Crocetta si costruì la chiesa di Sant'Ansano, di forme tardo-barocche, che restò sotto la tutela dei frati e che attualmente è chiusa e in degrado. Oltre al primo chiostro monumentale, da annoverare tra i più belli (e sconosciuti) di Pistoia, sul retro verso nord si apre un secondo chiostro più piccolo porticato, anch'esso rinascimentale, di servizio per le produzioni ortive e le necessità della vita quotidiana dei frati. Questo secondo chiostro è diviso dal primo da un corpo di fabbrica, in direzione est-ovest, che conteneva al piano terreno una Farmacia e anche la Sacrestia e il Capitolo. Al di sopra, nel Settecento, fu ricavata la Scuola Teologica, che fu dotata di una foresteria e di una residenza per il priore con un nuovo corpo di fabbrica che si affacciava sul chiostro piccolo. Gli ampi terreni ortivi, che si stendevano verso nord fin quasi alla terza cerchia delle Mura urbane, furono in parte occupati da edifici più recenti e in parte sono passati in proprietà di un vivaio (tuttora in attività). Mentre gran parte degli affreschi di Ulisse Giocchio (sec. XVII) che decoravano le lunette del chiostro grande sono andati perduti lasciando intravedere le sinopie (cioè i disegni preparatori) l'interno della chiesa presenta tuttora stratificazioni plurime di dipinti del Tre-Quattrocento, in parte soltanto messi in luce, ma non restaurati, un tempo nascosti da intonaco per far posto a serie di sette altari per lato, di tipo controriformistico, che contenevano tele. L'arredo interno della chiesa è stato eliminato quando il grande vano, nel 1880, fu ridotto a Caserma, ricavandovi tre piani soffittati (sorretti da setti murari trasversali con arcate) cui si accedeva da uno Scalone monumentale costruito entro l'antico vano della torre campanaria che sorgeva presso la Cappella Maggiore, poi demolita. Dopo l'intervento della Soprintendenza rimane l'ultimo livello del sottotetto con le grandiose capriate che forma un amplissimo e suggestivo stanzone. Durante l'ultima guerra l'edificio divenne un rifugio per gli sfollati e sino agli anni Sessanta servì anche come locale per la produzione di mobili (Arte del legno di Arrigo Nobili, come testimoniava anche la scritta in facciata). L'ultimo recupero è stato quello della grande Crocifissione nascosta fino agli inizi

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