Tra i più significativi esempi di dimora gentilizia, fu eretto verso la fine del XV secolo, come testimonia l’iscrizione a lato del portale durazzesco, realizzato da mastro Petri da Como nel 1489.La stupenda bifora, unitamente al pilastrino superstite di una seconda, sarebbero opera di un altro lapicida. E’ stato in gran parte ricostruito dopo il terremoto del 1706. L’ampio androne immette nella corte sulla quale si affaccia il loggiato, articolato su due lati. Di fronte all’ingresso si sviluppa il ballatoio che collega i due corpi della costruzione e che è sorretto da tre arcate a sesto acuto. All’interno dell’arco di sinistra sono murate sei iscrizioni funerarie di epoca romana. Pregevole è il pozzo, dal quale si può accedere anche dal piano superiore, “marcato” da un superbo stemma di pietra dei Tabassi, baroni di Musellaro e Cantalupo: scudo ovale con i caratteristici draghi affrontati, cioè posti l’uno di fronte all’altro in maniera speculare.