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Le origini della città di Cosenza sono da ricercare nel IV secolo a.C. allorquando la popolazione italica dei Brettii la elesse a propria capitale. La città si sviluppò nel tempo su sette alture note come Pancrazio, Gramazio, Guarassano, Mussano, Triglio, Torre Vetere e Venneri. Assoggettata al dominio dell'Urbe, la storia di Cosenza, si lega per secoli alla storia di Roma benché più volte i Bruzi tentarono di ribellarsi al dominio romano. A seguito della caduta dell'impero romano, Cosenza, fu contesa fra popolazioni barbariche e impero Bizantino subendo saccheggi e distruzioni. Dal X secolo fino all'arrivo dei Normanni, la città dovette inoltre fare i conti con le incursioni Saracene, che diedero vita a sanguinosi scontri con la popolazione locale. Periodo di rinascita fu segnato dagli anni che videro al potere i Normanni nonché gli Svevi. Federico II tenne in grande considerazione l'antica città Bruzia e presenzio' nel 1222 alla consacrazione della sua nuova chiesa cattedrale. Il periodo più florido per Cosenza fu il XVI secolo, epoca in cui sorse la celebre Accademia Cosentina (fondata nel 1511 dall'umanista Aulo Giano Parrasio) oltre a numerosi ed importanti edifici religiosi. Sempre nel '500 visse e operò il celebre filosofo Bernardino Telesio, autore del "De Rerum Natura" opera poi inserita nell'indice dei libri proibiti. Fra le attrattive storico-artistiche del capoluogo Bruzio citiamo il Castello Normanno Svevo sito sul colle Pancrazio, la cattedrale che conserva l'icona miracolosa della Vergine del Pilerio (patrona della città), il complesso di San Francesco d'Assisi e quello di San Domenico, l'elegante teatro "Alfonso Rendano" dedicato all'omonimo pianista e concertista di fama Europea. Cosenza si avvale altresì di importanti poli museali come la galleria nazionale di Palazzo Arnone (fra le pinacoteche più importanti del meridione) il museo Diocesano (dove è conservata la stauroteca ossia, una pregevole croce reliquiario, vero e proprio capolavoro dell'oreficeria del XII secolo) e il museo dei Bretti e degli Enotri. La città lega la sua fama alla leggenda del re visigoto Alarico che, dopo aver saccheggiato Roma nel 410 d. C. , trovò la morte nei pressi di Cosenza venendo seppellito assieme a parte del ricco bottino alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, che attraversano la città.

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Le origini della città di Cosenza sono da ricercare nel IV secolo a.C. allorquando la popolazione italica dei Brettii la elesse a propria capitale. La città si sviluppò nel tempo su sette alture note come Pancrazio, Gramazio, Guarassano, Mussano, Triglio, Torre Vetere e Venneri. Assoggettata al dominio dell'Urbe, la storia di Cosenza, si lega per secoli alla storia di Roma benché più volte i Bruzi tentarono di ribellarsi al dominio romano. A seguito della caduta dell'impero romano, Cosenza, fu contesa fra popolazioni barbariche e impero Bizantino subendo saccheggi e distruzioni. Dal X secolo fino all'arrivo dei Normanni, la città dovette inoltre fare i conti con le incursioni Saracene, che diedero vita a sanguinosi scontri con la popolazione locale. Periodo di rinascita fu segnato dagli anni che videro al potere i Normanni nonché gli Svevi. Federico II tenne in grande considerazione l'antica città Bruzia e presenzio' nel 1222 alla consacrazione della sua nuova chiesa cattedrale. Il periodo più florido per Cosenza fu il XVI secolo, epoca in cui sorse la celebre Accademia Cosentina (fondata nel 1511 dall'umanista Aulo Giano Parrasio) oltre a numerosi ed importanti edifici religiosi. Sempre nel '500 visse e operò il celebre filosofo Bernardino Telesio, autore del "De Rerum Natura" opera poi inserita nell'indice dei libri proibiti. Fra le attrattive storico-artistiche del capoluogo Bruzio citiamo il Castello Normanno Svevo sito sul colle Pancrazio, la cattedrale che conserva l'icona miracolosa della Vergine del Pilerio (patrona della città), il complesso di San Francesco d'Assisi e quello di San Domenico, l'elegante teatro "Alfonso Rendano" dedicato all'omonimo pianista e concertista di fama Europea. Cosenza si avvale altresì di importanti poli museali come la galleria nazionale di Palazzo Arnone (fra le pinacoteche più importanti del meridione) il museo Diocesano (dove è conservata la stauroteca ossia, una pregevole croce reliquiario, vero e proprio capolavoro dell'oreficeria del XII secolo) e il museo dei Bretti e degli Enotri. La città lega la sua fama alla leggenda del re visigoto Alarico che, dopo aver saccheggiato Roma nel 410 d. C. , trovò la morte nei pressi di Cosenza venendo seppellito assieme a parte del ricco bottino alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, che attraversano la città.
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