I Luoghi del Cuore
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GROTTE DI OLIERO

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Le Grotte di Oliero Le Grotte di Oliero sono un vasto complesso carsico che include le più grandi sorgenti valchiusiane d'Europa. Il Comune di Valstagna (VI) ha istituito questa zona protetta con D.C.C. n.23 /1992 sulla base della L.R. n.40/1984. Molti sono i motivi d'interesse storico, paesaggistico e ambientale dell'area che si colloca lungo una delle vie principale di collegamento fra nord e sud d'Europa. Le grotte, col parco paesaggistico creato verso la metà del 1800 da Alberto Parolini, sono state una delle più importanti tappe del Viaggio in Italia, lungo la Via del Brenta, di molti scrittori e umanisti fra cui George Sand che ne ha lasciato una descrizione alquanto poetica. Nell'edificio storico situato all'entrata del parco, che è stato a suo tempo utilizzato quale cartiera e per la lavorazione del tabacco, sono stati collocati il Museo di Speleologia e il Museo della Carta, quest'ultimo costruito col concorso del Ministero per i Beni Culturali. Si è proceduto così al recupero di alcune strutture della rinomata cartiera, già appartenuta nel '700 ai Remondini originari di Padova e passata poi ai Parolini di Bassano. La struttura può essere utilizzata per conferenze e seminari che sono stati in passato organizzati da Associazioni culturali e Università di Paesi diversi. Il contesto naturale, con le imponenti volte carsiche, si colloca nel Canale del Brenta ed è parte di un paesaggio unico nel suo genere, in cui emerge una ricca serie di terrazzamenti, nei secoli passati utilizzati per la coltura del tabacco ed attualmente oggetto di studi a livello internazionale. Il circuito di sentieri e mulattiere che si diparte o si collega con quelli del parco delle Grotte di Oliero, include anche la vicina Calà del Sasso, scalinata che discende dall'Altipiano di Asiago fino al fiume Brenta, costituita da 4.444 scalini di pietra costruita sotto i Visconti di Milano alla fine del sec. XIV e che forniva i tronchi, trasportati per mezzo di zattere, all' Arsenale di Venezia. L' Oliero nasce dalle grotte e dopo poche centinaia di metri si getta nel Brenta, in un tratto del fiume parte del polo nazionale della canoa slalom italiana. Qui si sono allenati Pierpaolo Ferrazzi, medaglia d'oro nella canoa fluviale ai Giochi olimpici, Barcellona 1992, come pure Daniele Molmenti, medaglia d'oro, canoa K1 slalom, alle attuali Olimpiadi, Londra 2012. L'area del parco delle Grotte di Oliero è divenuta sito d'interesse comunitario: SIC IT 3220007 Canale del Brenta: Valgadena Calà del Sasso, con D.G.R. del Veneto n.3173/2006 ed è quindi parte integrante della Rete Natura 2000 istituita dalla Comunità Europea. Nel complesso reticolo di cavità sotterranee, per lo più sommerse dall'acqua (nel febbraio scorso una èquipe internazionale di speleosub ha esplorato diversi km di fantastiche cavità che si aprono nel cuore della montagna) vive il Proteus anguinus, unica presenza fuori dell'area autoctona del Carso triestino-sloveno. Rilevanti le specie animali presenti nei corsi d'acqua ipogei e nel fiume Oliero stesso, come pure di grande interesse è la vegetazione esistente in un'oasi microclimatica di transizione fra elementi dell'ambiente sub-mediterraneo e quello alpino. Si constata fra l'altro la presenza di ricche fitocenosi di forra (Tilio-Aceron) delle rupi calcaree (Cystosperidion) e delle formazioni erbose secche (Festuco-Brometalia, con varie orchidee). A cura del Prof. Giovanni Abrami, Padova 2012.

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Le Grotte di Oliero Le Grotte di Oliero sono un vasto complesso carsico che include le più grandi sorgenti valchiusiane d'Europa. Il Comune di Valstagna (VI) ha istituito questa zona protetta con D.C.C. n.23 /1992 sulla base della L.R. n.40/1984. Molti sono i motivi d'interesse storico, paesaggistico e ambientale dell'area che si colloca lungo una delle vie principale di collegamento fra nord e sud d'Europa. Le grotte, col parco paesaggistico creato verso la metà del 1800 da Alberto Parolini, sono state una delle più importanti tappe del Viaggio in Italia, lungo la Via del Brenta, di molti scrittori e umanisti fra cui George Sand che ne ha lasciato una descrizione alquanto poetica. Nell'edificio storico situato all'entrata del parco, che è stato a suo tempo utilizzato quale cartiera e per la lavorazione del tabacco, sono stati collocati il Museo di Speleologia e il Museo della Carta, quest'ultimo costruito col concorso del Ministero per i Beni Culturali. Si è proceduto così al recupero di alcune strutture della rinomata cartiera, già appartenuta nel '700 ai Remondini originari di Padova e passata poi ai Parolini di Bassano. La struttura può essere utilizzata per conferenze e seminari che sono stati in passato organizzati da Associazioni culturali e Università di Paesi diversi. Il contesto naturale, con le imponenti volte carsiche, si colloca nel Canale del Brenta ed è parte di un paesaggio unico nel suo genere, in cui emerge una ricca serie di terrazzamenti, nei secoli passati utilizzati per la coltura del tabacco ed attualmente oggetto di studi a livello internazionale. Il circuito di sentieri e mulattiere che si diparte o si collega con quelli del parco delle Grotte di Oliero, include anche la vicina Calà del Sasso, scalinata che discende dall'Altipiano di Asiago fino al fiume Brenta, costituita da 4.444 scalini di pietra costruita sotto i Visconti di Milano alla fine del sec. XIV e che forniva i tronchi, trasportati per mezzo di zattere, all' Arsenale di Venezia. L' Oliero nasce dalle grotte e dopo poche centinaia di metri si getta nel Brenta, in un tratto del fiume parte del polo nazionale della canoa slalom italiana. Qui si sono allenati Pierpaolo Ferrazzi, medaglia d'oro nella canoa fluviale ai Giochi olimpici, Barcellona 1992, come pure Daniele Molmenti, medaglia d'oro, canoa K1 slalom, alle attuali Olimpiadi, Londra 2012. L'area del parco delle Grotte di Oliero è divenuta sito d'interesse comunitario: SIC IT 3220007 Canale del Brenta: Valgadena Calà del Sasso, con D.G.R. del Veneto n.3173/2006 ed è quindi parte integrante della Rete Natura 2000 istituita dalla Comunità Europea. Nel complesso reticolo di cavità sotterranee, per lo più sommerse dall'acqua (nel febbraio scorso una èquipe internazionale di speleosub ha esplorato diversi km di fantastiche cavità che si aprono nel cuore della montagna) vive il Proteus anguinus, unica presenza fuori dell'area autoctona del Carso triestino-sloveno. Rilevanti le specie animali presenti nei corsi d'acqua ipogei e nel fiume Oliero stesso, come pure di grande interesse è la vegetazione esistente in un'oasi microclimatica di transizione fra elementi dell'ambiente sub-mediterraneo e quello alpino. Si constata fra l'altro la presenza di ricche fitocenosi di forra (Tilio-Aceron) delle rupi calcaree (Cystosperidion) e delle formazioni erbose secche (Festuco-Brometalia, con varie orchidee). A cura del Prof. Giovanni Abrami, Padova 2012.
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