Gli affreschi, fino a poco tempo fa conosciuti in due frammenti raffiguranti uno le Marie dolenti e uno gli anziani del Paese, fanno parte, come è stato portato alla luce da poco, di una grande "Crocifissione". L'immobile nel quale sono realizzati gli affreschi faceva parte, dal XVII dell'oratorio della Compagnia di Santa Croce, una delle confraternite di Scarlino, forse la più ricca, che sorse su una più antica chiesa medievale, cui si riferiscono quasi certamente gli affreschi, che risalgono alla metà del quattrocento. In seguito alle soppressioni napoleoniche tutto il complesso, che oggi interessa diverse abitazioni, fu secolarizzato e venduto ai privati, parte di esso fu adibito nel corso dell'ottocento a sede della filarmonica e poi a “teatro”. Solo la parte di affresco che si trova nell'ex appartamento di Luigi Novelli, ora di proprietà del dott. Sozzi Sabatini è miracolosamente rimasto intatto, passando attraverso i secoli ed i molti rimaneggiamenti a cui è stato sottoposto.