I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
TORRE DI MARCEDDÌ

TORRE DI MARCEDDÌ

TERRALBA, ORISTANO

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TORRE DI MARCEDDÌ
La suggestiva Torre Vecchia di Marceddì, costruita tra il 1578 e il 1584, nasce in un periodo storico dove le coste sarde erano minacciate dalle frequenti incursioni dei corsari saraceni. Oggi rimangono poche tracce della sua funzione originale, ma essa si erge ancora sulla costa e sul borgo di pescatori di Marceddì, centro di un’importantissima area marino-costiera riconosciuta a livello internazionale per la sua importanza storica, naturalistica e faunistica. Visitare la Torre e le strade che la legano al borgo è un viaggio nel tempo sospeso, un sentiero misterioso ma placido, che sa essere capace di risvegliare emozioni e ricordi. Uno spazio in cui si ha la certezza di poter tornare dopo lunghe assenze e ritrovare l’identità di uomini e luoghi. Per questo la Torre di Marceddì è un Luogo del Cuore. La sua storia affascinante si intreccia con le leggende locali, un tratto di costa pericoloso frequentato sin dal neolitico antico. Nei secoli ha visto la presenza delle più famose civiltà mediterranee, da quella nuragica a quella romana passando per quella punica, senza dimenticare che in tempi più recenti è stata teatro di incursioni ottomane e rifugio per vascelli inglesi. Tra le figure più note che hanno camminato sulle rive della torre di Marceddì ci sono Corsari come Arnau Aymar di Maiorca, Dragut Rèis, Aydin Reis Cacciadiavoli o ammiragli come Lord Bickerton. La torre ha avuto nei secoli il nome di Torre di Marceddì, Torre di Orri o D’Orry. In epoca più recente è conosciuta come Torre Vecchia. Già Funzionante nel 1584 fa parte del sistema di difesa costiera della Sardegna promosso dalla corona Spagnola nel 1500 e ampliato in epoca sabauda. Era collegata con la torre costiera di San Giovanni e la Torre Nuova di Capo Frasca. Ha una forma tronco conica, con un diametro alla base compreso tra i 12 e i 13 metri. L’altezza è di circa 8 metri. L’antico ingresso della torre è situato a circa 3,5mt da terra, la fortificazione infatti prevedeva la possibilità di chiusura tramite boccaporto. L’ingresso attuale, realizzato durante il secondo conflitto mondiale, include un bunker antiaereo e una postazione antisbarco realizzata all’interno dell’antica cisterna. Al primo piano la torre possiede una sala circolare di 7 mt di diametro, la cui volta è composta da materiali compositi, resi leggeri nella parte più alta da malta e legni. Da alcune fotografie del 1900 è possibile dedurre che la torre possedeva un prominente parapetto lato terra, adiacente le scale d’accesso alla balconata superiore. Almeno uno dei due cannoni era presente ai piedi della torre sino al 1930. Della torre rimane nei secoli un’importante documentazione di restauri ed interventi, che lasciano immaginarne l’utilizzo sino al 1842-1843, periodo nel quale termina l’esistenza del porto franco di Marceddì e viene edificata la vicina dogana, attuale sede del Museo del Mare. Il porto, intimamente legato alle molte storie gravitanti intorno alla torre, è stato tra il 1790 e il 1850 approdo per numerosi vascelli di commercianti e affaristi. Di questa epoca d’oro rimane traccia nei registri commerciali del porto di Genova, che descrivono un continuo scambio con il porto di Terralba. La Torre Vecchia di Marceddì è raffigurata al centro del gonfalone del Comune di Terralba, insieme ad un vascello mercantile, testimonianza del passato commerciale dell’area. È attualmente oggetto di un restauro conservativo atto a consolidare la struttura muraria e garantirne la sicurezza statica, dopo un abbandono di oltre 70 anni. L’intervento, che porterà la torre a diventare un osservatorio delle importantissime e zone umide circostanti, protette dalla convenzione di Ramsar, è promosso dal comune di Terralba e dalla Fondazione MEDSEA.

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