Il monastero benedettino delle sante Flora e Lucilla offre, con la sua storia e con la sua evidenza monumentale, interessanti suggestioni di storia locale e non solo. Lo straordinario complesso edilizio sorge nel pieno medioevo, quando il nascente libero Comune di Arezzo impone ai monaci dell'abbazia di Santa Fiora di abbandonare la loro antica sede fuori città, sul colle di Torrita, ove costituivano un potere feudale in antitesi a quello comunale. Con i monaci della nuova "Badia" entrano in città le rendite di territori sconfinati, estesi dal Pratomagno alla Valdichiana. Il chiostro maggiore, grande ma armonioso, è il simbolo di questo splendore economico e culturale: Giuliano da Maiano lo disegna nel 1470 mettendovi a frutto gli insegnamenti del Brunelleschi. Soppresso nel 1810 da Napoleone, il monastero condegna i suoi grandi spazi a usi civici fino a quello, odierno, di scuola superiore. Nell'aula magna è stato riproposto in copia il più grande dipinto su tavola mai realizzato