I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
MONTE CAPO LA SERRA

MONTE CAPO LA SERRA

CAGGIANO, SALERNO

593°

POSTO

2

VOTI
Condividi
MONTE CAPO LA SERRA
Rilievo montuoso dell'Appennino Lucano, ricadente nella Provincia di Salerno, che si erge tra la Valle del Melandro a nord (il Fiume Melandro in questo punto segna il confine tra la Campania e la Basilicata) e la Valle del Tanagro a sud. E' caratterizzato da substrato litologico di natura carbonatica. Il versante settentrionale ripido è accidentato, presenta guglie e torrioni rocciosi, il versante sud degrada più dolcemente verso la poco estesa Valle Rumolo. La parte sommitale è caratterizzata da un altopiano debolmente ondulato dove emergono tre "pseudovette" che superano i 1100 metri s.l.m. La vetta più elevata raggiunge i 1141 m s.l.m, ma il punto principale è senza dubbio la vetta ovest, nota per il suo tipico ciuffo di alberi (la Castagne di Palacina) dal quale si può ammirare un paesaggio che abbraccia un ampio territorio: a NW la Costiera Amalfitana coi Monti Lattari e il Golfo di Salerno, a W i Monti Alburni, a S i Monti del Cilento col Monte Cervati, il Vallo di Diano, la Catena dei Monti della Maddalena (di cui fa parte) e il Monte Volturino, a E i monti della Basilicata Centrale e, in fine, in direzione N - NE i Monti Picentini, il monte Marzano e il Monte Vulture. La natura carbonatica del rilievo permette una buona infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo, che emergono lungo i versanti e alla base del monte in numerose sorgenti. Tra queste le più importanti sono: la Sorgente Salice, la Sorgente di Fontana Caggiano, e la Sorgente di Veteranurso. Nella parte bassa del versante nord è localizzata la grotta dello Zachito, nella quale sono stati ritrovati utensili preistorici: conchiglie forate, utensili vari e pugnali fatti con diversi materiali, ma principalmente con materiale osseo degli animali che popolavano la zona: ossa di orso, costala e vertebra di cervo, corno di capriolo ecc. La montagna si presenta oggi, quasi totalmente brulla. Questo è frutto dell'intensa attività pascolativa dei secoli passati, di cui oggi rimangono come traccia di questa economia i tipici ricoveri in pietra dei pastori "le pagliare". La montagna è stata in passato anche intensamente coltivata. Grazie alla fertile natura dei suoli di questi monti, che a prima vista farebbero pensare a dei mollisuoli (quelli che una volta si chiamavano chernozem, chiamati in dialetto caggianese "terra pedda") si hanno eccellenti produzioni di patate. Tuttavia, nonostante la scarsità di copertura forestale (rari cedui di castagno e, rimboschimenti di conifere), in primavera la prateria si ricopre di un tappeto di colori, grazie alla fioritura di diverse specie erbacee, tra le quali, anche, diverse orchidee. L'unica zona realmente coperta di boschi è il versante settentrionale, nel settore più basso, caratterizzato da carpini neri e specie quercine.

Scheda completa al 88%
Arricchisci o modifica questa scheda

Esiste già una scheda per questo luogo?
Segnalaci se questa scheda è un duplicato.

I contenuti di questa scheda sono generati dagli utenti e non riflettono un giudizio del FAI sul luogo.
Il FAI non è responsabile dell’eventuale violazione di copyright delle immagini pubblicate.
Contenuti impropri e utilizzi non corretti delle immagini possono essere segnalati a: iluoghidelcuore@fondoambiente.it.
Questo luogo è stato votato anche nel:
Censimento 2022

593° Posto

2 Voti
Censimento 2020

22,421° Posto

5 Voti
Censimento 2018

8,351° Posto

10 Voti
Censimento 2016

16,860° Posto

3 Voti
Censimento 2014

2,578° Posto

11 Voti
0

Scopri altri luoghi vicini

592°
3 voti

Borgo

CAGGIANO

CAGGIANO, SALERNO

594°
1 voto

Chiesa

CHIESA DEI TEMPLARI A SANTA AGATA

CAGGIANO, SALERNO

594°
1 voto

Chiesa

CHIESA SANTA MARIA DEI GRECI

CAGGIANO, SALERNO

594°
1 voto

Monumento, statua, elemento architettonico

TOMBA DEI ROMANI

CAGGIANO, SALERNO

Scopri altri luoghi simili

13°
15,593 voti

Area naturale

IL NOSTRO CARSO-NAŠ KRAS

CARSO-KRAS, PROV. TRIESTE-, GORIZIA

24°
9,333 voti

Area naturale

ANTICA SALINA CAMILLONE

CERVIA, RAVENNA

27°
8,560 voti

Area naturale

SPIAGGIA DELLA PILLIRINA (AREA MARINA PROTETTA PLEMMIRIO)

SIRACUSA

31°
8,022 voti

Area naturale

VIA CRUCIS SULLA COLLINA DI SANTA CROCE

SAN DEMETRIO NE' VESTINI, L'AQUILA

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati

MONTE CAPO LA SERRA

CAGGIANO, SALERNO

Condividi
MONTE CAPO LA SERRA
Rilievo montuoso dell'Appennino Lucano, ricadente nella Provincia di Salerno, che si erge tra la Valle del Melandro a nord (il Fiume Melandro in questo punto segna il confine tra la Campania e la Basilicata) e la Valle del Tanagro a sud. E' caratterizzato da substrato litologico di natura carbonatica. Il versante settentrionale ripido è accidentato, presenta guglie e torrioni rocciosi, il versante sud degrada più dolcemente verso la poco estesa Valle Rumolo. La parte sommitale è caratterizzata da un altopiano debolmente ondulato dove emergono tre "pseudovette" che superano i 1100 metri s.l.m. La vetta più elevata raggiunge i 1141 m s.l.m, ma il punto principale è senza dubbio la vetta ovest, nota per il suo tipico ciuffo di alberi (la Castagne di Palacina) dal quale si può ammirare un paesaggio che abbraccia un ampio territorio: a NW la Costiera Amalfitana coi Monti Lattari e il Golfo di Salerno, a W i Monti Alburni, a S i Monti del Cilento col Monte Cervati, il Vallo di Diano, la Catena dei Monti della Maddalena (di cui fa parte) e il Monte Volturino, a E i monti della Basilicata Centrale e, in fine, in direzione N - NE i Monti Picentini, il monte Marzano e il Monte Vulture. La natura carbonatica del rilievo permette una buona infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo, che emergono lungo i versanti e alla base del monte in numerose sorgenti. Tra queste le più importanti sono: la Sorgente Salice, la Sorgente di Fontana Caggiano, e la Sorgente di Veteranurso. Nella parte bassa del versante nord è localizzata la grotta dello Zachito, nella quale sono stati ritrovati utensili preistorici: conchiglie forate, utensili vari e pugnali fatti con diversi materiali, ma principalmente con materiale osseo degli animali che popolavano la zona: ossa di orso, costala e vertebra di cervo, corno di capriolo ecc. La montagna si presenta oggi, quasi totalmente brulla. Questo è frutto dell'intensa attività pascolativa dei secoli passati, di cui oggi rimangono come traccia di questa economia i tipici ricoveri in pietra dei pastori "le pagliare". La montagna è stata in passato anche intensamente coltivata. Grazie alla fertile natura dei suoli di questi monti, che a prima vista farebbero pensare a dei mollisuoli (quelli che una volta si chiamavano chernozem, chiamati in dialetto caggianese "terra pedda") si hanno eccellenti produzioni di patate. Tuttavia, nonostante la scarsità di copertura forestale (rari cedui di castagno e, rimboschimenti di conifere), in primavera la prateria si ricopre di un tappeto di colori, grazie alla fioritura di diverse specie erbacee, tra le quali, anche, diverse orchidee. L'unica zona realmente coperta di boschi è il versante settentrionale, nel settore più basso, caratterizzato da carpini neri e specie quercine.
Campagne in corso in questo luogo
Storico campagne in questo luogo
I Luoghi del Cuore
2014, 2016, 2018, 2020, 2022
Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te