I Luoghi del Cuore
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NECROPOLI SANNITICA IV-III SEC A.C.

NECROPOLI SANNITICA IV-III SEC A.C.

CARIFE, AVELLINO

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NECROPOLI SANNITICA IV-III SEC A.C.
Carife è, dal punto di vista archeologico, il centro più importante dell’intera Irpinia. L’antica cittadina, ricordata da Tito Livio come simbolo della difesa delle antiche genti sannitiche contro i Romani, fu abitata fin dal V- VI millennio a. C. I reperti più importanti riguardano una serie di necropoli d’età preromana. La prima necropoli fu intercettata in località Piano La Sala nei pressi del fiume Ufita. Si tratta di ottanta tombe prevalentemente a fossa, ma sono riscontrabili anche esempi di tombe coperte da tegoloni. Tutte le sepolture sono databili a un periodo compreso tra il V e il III sec. a. C. Al III secolo è databile anche un ustrinum. I defunti erano inumati in posizione supina e nelle sepolture degli adulti, prima che queste fossero chiuse per sempre, si ponevano i cocci di una tazza in cui si era in precedenza bevuto durante un rituale. Le tombe maschili hanno offerto corredi funerari composti principalmente da armi, cinturoni con lamina bronzea e fibule. Dal IV sec. a. C. in poi non si riscontrano più fibule che invece continuano a essere presenti nelle tombe femminili. La seconda necropoli fu intercettata in località Addolorata. Si tratta di ventidue tombe a camera databili tra il VI e il III sec. a. C. Queste sepolture erano disposte nella parte terminale di un ripido pendio naturale. Le tombe databili tra il VI e il V secolo a. C. presentano all’interno cinque vasi che poi si riducono a massimo due nei secoli successivi quando ai piedi dei defunti compaiono coppe a vernice nera o recipienti di bronzo. In quattro tombe di questa necropoli è stato riscontrato il rito della cremazione, simbolo di un elevato status sociale ricoperto dal defunto in vita. Altro elemento di distinzione sociale poteva essere ad esempio lo strigile ritrovato in quattro sepolture. Una terza necropoli doveva essere in contrada Seritella, ma a oggi ha restituito solo una tomba a cappuccina coperta da tegoloni d’età sannitica. Ai piedi del defunto era stata posta una patera di bronzo, mentre al braccio si è trovata un’armilla di corallo. Carife fu frequentata anche in età romana come testimoniato dal ritrovamento di tombe, ville, monete e fornaci per la produzione del laterizio. Tutti i reperti di Carife saranno un giorno esposti nel Museo Archeologico della Baronia già in fase di allestimento.

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Carife è, dal punto di vista archeologico, il centro più importante dell’intera Irpinia. L’antica cittadina, ricordata da Tito Livio come simbolo della difesa delle antiche genti sannitiche contro i Romani, fu abitata fin dal V- VI millennio a. C. I reperti più importanti riguardano una serie di necropoli d’età preromana. La prima necropoli fu intercettata in località Piano La Sala nei pressi del fiume Ufita. Si tratta di ottanta tombe prevalentemente a fossa, ma sono riscontrabili anche esempi di tombe coperte da tegoloni. Tutte le sepolture sono databili a un periodo compreso tra il V e il III sec. a. C. Al III secolo è databile anche un ustrinum. I defunti erano inumati in posizione supina e nelle sepolture degli adulti, prima che queste fossero chiuse per sempre, si ponevano i cocci di una tazza in cui si era in precedenza bevuto durante un rituale. Le tombe maschili hanno offerto corredi funerari composti principalmente da armi, cinturoni con lamina bronzea e fibule. Dal IV sec. a. C. in poi non si riscontrano più fibule che invece continuano a essere presenti nelle tombe femminili. La seconda necropoli fu intercettata in località Addolorata. Si tratta di ventidue tombe a camera databili tra il VI e il III sec. a. C. Queste sepolture erano disposte nella parte terminale di un ripido pendio naturale. Le tombe databili tra il VI e il V secolo a. C. presentano all’interno cinque vasi che poi si riducono a massimo due nei secoli successivi quando ai piedi dei defunti compaiono coppe a vernice nera o recipienti di bronzo. In quattro tombe di questa necropoli è stato riscontrato il rito della cremazione, simbolo di un elevato status sociale ricoperto dal defunto in vita. Altro elemento di distinzione sociale poteva essere ad esempio lo strigile ritrovato in quattro sepolture. Una terza necropoli doveva essere in contrada Seritella, ma a oggi ha restituito solo una tomba a cappuccina coperta da tegoloni d’età sannitica. Ai piedi del defunto era stata posta una patera di bronzo, mentre al braccio si è trovata un’armilla di corallo. Carife fu frequentata anche in età romana come testimoniato dal ritrovamento di tombe, ville, monete e fornaci per la produzione del laterizio. Tutti i reperti di Carife saranno un giorno esposti nel Museo Archeologico della Baronia già in fase di allestimento.
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