Alla fine degli anni cinquanta la tenuta di San Rossore fu annessa ai beni del Capo dello Stato; il presidente Giovanni Gronchi decretò la realizzazione di una villa presidenziale, simbolo di rinascita per il territorio dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale, da costruire ove sorgeva un vecchio casino di caccia ormai ridotto a rudere. Il nuovo edificio fu progettato dagli architetti romani Amedeo Luccichenti e Vincenzo Monaco: l'area prescelta, nella tenuta del Gombo, fu interessata da un ampio progetto di risanamento ambientale e paesaggistico. La villa, che si estende su circa 640 m², è sollevata da terra mediante quattro supporti d'acciaio: la compatta volumetria è alleggerita da ampie superfici vetrate che delimitano, al centro della pianta, una cortile di forma quadrata.Negli ambienti esposti a nord e a est sono situate le camere e gli ambienti privati, mentre a sud e a ovest, raggiungibili mediante un'ampia rampa, si trovano gli ambienti di rappresentanza.