I Luoghi del Cuore
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PIAZZETTA BETLEMME

PIAZZETTA BETLEMME

SAN GIOVANNI IN PERSICETO, BOLOGNA

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PIAZZETTA BETLEMME
La storia pittorica di Piazza Betlemme data dal lontano1982.Una storia unica nel genere dell'illusionismo pittorico per l’immaginazione del suo creatore. Infatti noi ora ne possiamo godere soltanto l’ultima versione,ma se i muri potessero parlare ci racconterebbero che prima di questo hanno cambiato ben altri tre vestiti.Tre travestimenti completamente diversi nell’aspetto e nello spirito,offerti dalla mano di Gino Pellegrini approdato a San Giovanni in Persiceto dopo straordinarie avventure artistiche, che quando c’era da restaurare rifaceva tutto daccapo. Restano i libri a documentare quella storia,uno per ciascuna versione,e il ricordo delle tante persone che hanno vissuto insieme a Gino quelle trasformazioni. Ciò che vediamo ora è una sorprendente festa di improbabili animali e vegetali,simboli, ricordi e sogni che si susseguono fra muri crollati.Di quei muri restano brandelli che svolgono la funzione di sostegni per le finestre – quelle reali – delle case,basamenti e ammassi di tegole e mattoni fra i quali irrompe il cielo di un azzurro intenso che lascia intravvedere il paesaggio in lontananza. Sul lato occidentale predominano i vegetali,su quello orientale gli animali.L'unica parete a sud si presenta come una sintesi, in un perfetto equilibrio fra muro crollato,enorme tronco di quercia ed altrettanto enorme beato maiale che si gode la ghianda luminosa mentre il coniglio bianco si affaccia e il gufo dall'alto contro la luna piena sorveglia:qui il giorno e la notte convivono,la pittura può permetterselo. La presenza dell'uomo si indovina da tracce discrete.Il cavalluccio di legno che appare dal rudere,lenzuola e cuscini a prendere aria su un davanzale,una camicia femminile di antica eleganza appesa fuori,scarpe da tennis ad asciugare trattenute a un tralcio di zucca da mollette,un quartino usato come vaso per papaveri,infine il pane e il lievito sui ripiani dipinti nello sportello del gas con l’ immagine di sant'Antonio protettore degli animali sbiadita dal tempo,presenza sacra di tutte le stalle. Infine la dedica,tracciata con grafia infantile su una lavagnetta col gesso: ai bambini di tutte le età , Gino Pellegrini.

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La storia pittorica di Piazza Betlemme data dal lontano1982.Una storia unica nel genere dell'illusionismo pittorico per l’immaginazione del suo creatore. Infatti noi ora ne possiamo godere soltanto l’ultima versione,ma se i muri potessero parlare ci racconterebbero che prima di questo hanno cambiato ben altri tre vestiti.Tre travestimenti completamente diversi nell’aspetto e nello spirito,offerti dalla mano di Gino Pellegrini approdato a San Giovanni in Persiceto dopo straordinarie avventure artistiche, che quando c’era da restaurare rifaceva tutto daccapo. Restano i libri a documentare quella storia,uno per ciascuna versione,e il ricordo delle tante persone che hanno vissuto insieme a Gino quelle trasformazioni. Ciò che vediamo ora è una sorprendente festa di improbabili animali e vegetali,simboli, ricordi e sogni che si susseguono fra muri crollati.Di quei muri restano brandelli che svolgono la funzione di sostegni per le finestre – quelle reali – delle case,basamenti e ammassi di tegole e mattoni fra i quali irrompe il cielo di un azzurro intenso che lascia intravvedere il paesaggio in lontananza. Sul lato occidentale predominano i vegetali,su quello orientale gli animali.L'unica parete a sud si presenta come una sintesi, in un perfetto equilibrio fra muro crollato,enorme tronco di quercia ed altrettanto enorme beato maiale che si gode la ghianda luminosa mentre il coniglio bianco si affaccia e il gufo dall'alto contro la luna piena sorveglia:qui il giorno e la notte convivono,la pittura può permetterselo. La presenza dell'uomo si indovina da tracce discrete.Il cavalluccio di legno che appare dal rudere,lenzuola e cuscini a prendere aria su un davanzale,una camicia femminile di antica eleganza appesa fuori,scarpe da tennis ad asciugare trattenute a un tralcio di zucca da mollette,un quartino usato come vaso per papaveri,infine il pane e il lievito sui ripiani dipinti nello sportello del gas con l’ immagine di sant'Antonio protettore degli animali sbiadita dal tempo,presenza sacra di tutte le stalle. Infine la dedica,tracciata con grafia infantile su una lavagnetta col gesso: ai bambini di tutte le età , Gino Pellegrini.
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