A pochi metri dalla riva del Lago di Varese, sorge un fabbricato dall’aspetto rustico, ma ricco di storia che i pescatori utilizzano ancora oggi. Nel primo locale è collocata una grossa stufa dove era fatta bollire una tintura ricavata dagli scarti delle castagne e usata per impregnare le reti da pesca. Il secondo ambiente è occupato interamente da due vasche, sormontate da una passerella centrale e colme d’acqua proveniente, per risalita, dal limitrofo lago. Al loro interno, i pescatori allevano il “vivo” – piccoli pesci impiegati come esche – e conservano il pescato della giornata. All’ingresso è stata da poco collocata una storica imbarcazione da pesca, il rierùn. Di grandi dimensioni, prende il nome dalle tradizionali reti da pesca “riaroni”. La pesca avveniva in coppia, con due reti e due barche. Nonostante la stazza, erano agevolmente manovrabili con due grandi remi posti negli scalmi. Questa tecnica fu abbandonata a causa della riduzione dei pesci dovuta all’inquinamento.