ROCCA DI MINOZZO

VILLA MINOZZO, REGGIO EMILIA

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ROCCA DI MINOZZO
La Rocca di Minozzo domina il borgo dall’alto di un masso di ofiolite basaltica eruttata durante il mesozoico, a ricordo di un onorevole passato costellato da passaggi di potere tra famiglie nobili. La frammentarietà delle fonti impedisce di desumere una corretta data di origine, anche se i rilievi archeologici non sono andati più indietro dell’anno mille. Durante un primo periodo storico di affermazione del potere dei Vescovi su una fascia della montagna reggiana, si hanno notizie di una Pieve primitiva, fondata tra il X e l’XI secolo, collocata nella località detta “la costa”, in seguito caduta in rovina. Di questa Pieve rimane una trifora, ormai poco visibile, posta sulla parete sinistra dell’odierna Pieve, eretta nel 1612.  In posizione favorevole, sicuramente una ricca via di transito di beni e persone, la Rocca è stata presidio vescovile, prima, poi passata alle famiglie nobili Da Dallo e Da Fogliano, fino al 1425 quando viene a far parte del territorio Estense. Dal 1439 troviamo un Podestà di nomina ducale. Questa figura pubblica era stata introdotta nell’amministrazione locale già durante il precedente governo comunale.  Molte sono le vicissitudini che accompagnano la Rocca nel suo millennio di storia: prima fra tutte la continua necessità di restauri, che spinge i vari Podestà a chiedere fondi per la manutenzione. Difficile stabilirne l’assetto originario, in quanto l’impianto murario oggi rimasto parla di pareti erette, smantellate, camminamenti trasformati in stanze, torri in disuso e ingressi aperti o chiusi. Le sistemazioni fatte nei secoli, quasi come pezze per arginare i vari crolli, hanno visto infine l’abbandono e il collasso della fortificazione. È stato solo grazie a un ventennio di scavi che oggi possiamo rivedere ciò che resta di quelle stanze e quelle mura in tutto il loro antico splendore; sono mura che ancora parlano di un passato glorioso, mai dimenticato e ancora riconoscibile.  Grazie agli scavi, è venuto alla luce un patrimonio artistico di ceramiche pregiate e artistiche, primo tra tutti il piatto verde, che avvolto tra i colori di Minozzo, reca il dipinto di un castello con tre torri, così simile alla raffigurazione ritrovata in quella che fu la sede minozzese del comune, oggi proprietà privata.  Partendo dal presupposto che sono state realmente trovate le fondamenta di tre torri, è possibile che il dipinto sia proprio una raffigurazione di come fosse anticamente la Rocca.  Un’altra curiosità che si può ammirare all’interno della fortificazione è il sarcofago romano di età imperiale, di cui non hanno notizie se non quelle che lo stesso sarcofago reca. Scavi e restauro edilizio sono ampiamente documentati nel libro "La Rocca di Minozzo -  Storia di una riscoperta” a cura di Anna Losi e Giuliano Cervi, in collaborazione con l’autrice Chiara Guidarini. La Rocca è visitabile contattando il gruppo Amici della Rocca  per e-mail: amicidellarocca@libero.it, sui instagram amici_della_rocca_di_minozzo o sulla loro pagina Fb.
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