ROCCA DI MONFALCONE

MONFALCONE, GORIZIA

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ROCCA DI MONFALCONE
La Rocca, costruzione fortificata di origine medioevale che si erge sulle alture dirimpetto Monfalcone, è a tutt’oggi considerata il simbolo della città. Si ritiene che la Rocca sia stata edificata da Teodorico, re degli Ostrogoti, intorno al 490 d.C. a testimonianza della sua vittoria su Odoacre, re degli Eruli, sull’Isonzo. Già in precedenza tuttavia, la sommità del colle era stata sede di insediamenti umani; ne sono prova i resti ancor oggi visibili, dell’antico castelliere preistorico. Secondo l’Asquini il nome originario della Rocca era “Verruca Montis Falconis” cioè sommità del monte Falcone; in seguito il termine Verruca fu accorciato in quello di Rocca. Dal 967 d.C., grazie alla donazione dell’imperatore Ottone I la Rocca e Monfalcone passarono sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia. La Rocca venne ufficialmente nominata per la prima volta in alcuni documenti nel 1289 durante la guerra tra la Repubblica Serenissima e i feudatari della Contea di Gorizia e del Ducato di Carinzia. Essa passò alla Contea di Gorizia nel 1409 per opera del conte Enrico d’Ortenburg. Il dominio goriziano non durò a lungo: finì nel 1420 con la conquista del territorio di Monfalcone da parte della Repubblica Veneta. Lavori di rinforzo della Rocca, che ora ospitava la guarnigione prima di stanza al castello di Belforte, vennero eseguiti a più riprese nel 1431, 1436, 1457, 1462; le mura vennero riparate e dotate di parapetto. La fortezza fu più volte assalita dai Turchi ma resistette sempre. Una delle rare volte in cui venne espugnata fu nel 1514 quando mercenari della Lega di Cambrai uccisero i fanti di guarnigione posti a sua difesa. Ben presto però la Rocca tornò in mano ai Veneti; nel 1525, come si può leggere sulla lapide incisa sulla porta della torre. Per interessamento di Giovanni Diedo, podestà di Monfalcone, si effettuarono importanti lavori per adattarla ai combattimenti con le armi da fuoco, ristrutturandola dalle fondamenta con l’aggiunta, al centro, di una torre quadrata di pietra in cui conservare la polvere da sparo. Alla fine del XVI secolo la fortezza perse la sua funzione di difesa (era stata costruita la fortezza di Palmanova) e divenne luogo di vedetta sui confini orientali della Repubblica. Ciò non impedì il saccheggio della città e della Rocca stessa da parte degli Uscocchi nel 1615. Il presidio stabile veneziano vi alloggiò fino al 1797, anno della caduta della Repubblica Veneta ad opera di Napoleone. Abbandonata per lunghissimo tempo, subì le offese del primo conflitto mondiale; negli anni dal 1950 al 1955 fu restaurata dalla Soprintendenza ai Monumenti e dal 1968 essa è stata affidata alle cure del Gruppo Speleologico Monfalconese Amici del Fante che, due anni dopo, inaugurò un Museo Paleontologico che attualmente è in fase di trasferimento in centro città, sostituito dall’attuale Museo Speleologico.
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