La chiesa sorge sulle pendici orientali del Monte Alto, ai margini dell'anfiteatro morenico del lago d'Iseo. L’edificio, di fondazione altomedievale, conobbe varie fasi costruttive; in particolare, nel XV secolo, venne ripensato e ingrandita.
Oggi si presenta a navata unica, con un’abside a pianta quadrangolare interamente affrescata con un ciclo pittorico dedicato a Santa Eufemia, martire del IV secolo d.C. e protettrice dell’ortodossia contro l’arianesimo per questo rappresentata con un vangelo in mano. L’arco santo, al di sopra delle immagini delle sante Lucia e Apollonia, allinea i Profeti che annunciarono il Messia e introduce gli affreschi dell’abside, disposti su tre livelli. La fascia centrale racconta in ordine cronologico, da sinistra a destra, le fasi del martirio di S. Eufemia in nove scene che sono incorniciate da un finto colonnato. Nell’affresco centrale, simile al trittico di una pala d’altare, si celebra il trionfo di Sant’Eufemia con la palma del martirio in mano, fra San Martino vescovo e un Santo martire con la spada; nella lunetta una raffigurazione della Madonna col Bambino in gloria. Alla base dei riquadri che raccontano il martirio della Santa corre una lunga didascalia con un testo in gran parte illeggibile.
In assenza di documenti, per la datazione si indica l’inizio del XVI secolo, quando furono terminati i lavori di costruzione dell’abside.
Gli affreschi sono tradizionalmente attribuiti a Floriano Ferramola, notevole e operoso pittore bresciano, che seppe mediare il realismo della pittura lombarda con la cultura classica dell’Italia centrale. Più probabilmente l’autore va individuato all’interno della sua bottega o della sua cerchia, nel secondo o nel terzo decennio del Cinquecento.
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