I Luoghi del Cuore
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SANTUARIO MADONNA DEI BOSCHI

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BOVES, CUNEO

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SANTUARIO MADONNA DEI BOSCHI
Un tempo era una cappella di campagna protetta da una fitta selva, che tra il 1.300 e il 1.400, è stata ampliata e denominata Santuario della Madonna dei Boschi. Al tardo '400 appartengono il Cristo che sta per risorgere (visibile sotto il portico laterale) e i due cicli pittorici interni di Vita di Maria e e Vita di Cristo di chiara ispirazione al Maestro Giotto. Il gioiello da scoprire è la volta a botte, tardo cinquecentesca su cui il Maestro di Cigliè coi suoi allievi di bottega intrisi di tecnica e animo alla Michelangelo Buonarroti realizzarono lo stupendo Giudizio Universale nella piccola splendida dimora sacra divina in frazione Roncaia.Osserviamo la figura del Cristo giudice, così come identificato nell'iconografia riconoscibile a tutti i credenti, come portatore di insegnamenti al popolo, e un uomo molto giovane, possente, muscoloso, come quello rappresentato nella Cappella Sistina sotto gli attuali Musei Vaticani.La pittura a quel tempo nell'area aveva il solo scopo di educare il popolo, raccontando storie della Bibbia e del Vangelo ai fedeli e spiegando con illustrazioni paretali i precetti e i divieti che in gran parte non avevano modo di comprendere, non potendo accedere alle Sacre Scritture. Sono forti i rimandi in questa volta a botte a credenze e superstizioni legate al tema dell'Inferno.I peccatori venivano ingoiati dal mostruoso Leviatano, anziché traghettati sulla barca di Caronte verso il regno degli Inferi.In comune con il capolavoro di Michelangelo da notare la plasticità e la muscolatura di angeli e anime ritratte in Paradiso o a metà tra il Regno dei Cieli e la dimora demoniaca.Proprio tra sfera celeste e sfera dei dannati vediamo un angelo che tenta di sollevare un peccatore da salvare verso l'infinito e un demone che lo vuol trascinare giù nelle profondità del male eterno.La sfida secolare tra bene e non bene.Sullo sfondo, al centro di una pala, dietro l'altare maggiore è ammirabile una statua settecentesca lignea dedicata a Maria e al Bambino.Di fronte, interessante l'altare stesso, realizzato dall'artista saluzzese Elio Garis, in occasione del Giubileo del 2000.Una specie di albero bronzeo che spalanca i suoi rami e abbraccia la comunità cristiana durante l'Eucarestia.Proprio nei tardi anni '90, il Santuario è stato restaurato meravigliosamente.È importante anche ricordare che tra il 1.600 e per parte del 1.900 è stata una importante Casa di Esercizi Spirituali di matrice calvinista.Per tre secoli era luogo di penitenza per molti monaci riformati.A metà del '900 la costruzione un tempo adibitagli, ormai spazio abitale ed abitato, oggi, ha ospitato in quelle cellette la scuola primaria della frazione e questo fino a 30 anni fa.Vi risiede Don Giorgio, rettore del Santuario ed è luogo di incontri pastorali e di visite artistico religiose imperdibili.Un tempo c'era anche un negozietto di alimentari per la borgata, sarebbe entusiasmante per gli abitanti della frazione, ai piedi della Besimauda, poter riavere questo pezzo di memoria storica, nata accanto a un capolavoro di preghiera e raccoglimento senza eguali.Emozionante vedere gli interni durante la messa, quando tutto viene illuminato, davvero uno spettacolo imperdibile.Fuori sul portale da scorgere ancora l'affresco raffigurante San Bartolomeo che chiede a Maria di liberare la città di Boves dalla peste.Se si guarda attentamente si scorgono i corpi delle vittime della allora pandemia nel circondario del santuario adibito a lazzareto per evitare i contagi nella città di Boves, ora portico anche laterale della chiesa odierna.Ed è un messaggio di speranza, a quel tempo la malattia fece molte vittime, ma poi finì e ripartì la vita, proprio da quelle lacrime e da quella disperazione e questo ci dice che sta a noi di credere di farcela e di farcela, perché Dio è sempre pronto a risollevarci e siamo noi che dobbiamo avere fede e lasciarci salvare, sconfiggendo i demoni creati dal dolore del quotidiano.

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Un tempo era una cappella di campagna protetta da una fitta selva, che tra il 1.300 e il 1.400, è stata ampliata e denominata Santuario della Madonna dei Boschi. Al tardo '400 appartengono il Cristo che sta per risorgere (visibile sotto il portico laterale) e i due cicli pittorici interni di Vita di Maria e e Vita di Cristo di chiara ispirazione al Maestro Giotto. Il gioiello da scoprire è la volta a botte, tardo cinquecentesca su cui il Maestro di Cigliè coi suoi allievi di bottega intrisi di tecnica e animo alla Michelangelo Buonarroti realizzarono lo stupendo Giudizio Universale nella piccola splendida dimora sacra divina in frazione Roncaia.Osserviamo la figura del Cristo giudice, così come identificato nell'iconografia riconoscibile a tutti i credenti, come portatore di insegnamenti al popolo, e un uomo molto giovane, possente, muscoloso, come quello rappresentato nella Cappella Sistina sotto gli attuali Musei Vaticani.La pittura a quel tempo nell'area aveva il solo scopo di educare il popolo, raccontando storie della Bibbia e del Vangelo ai fedeli e spiegando con illustrazioni paretali i precetti e i divieti che in gran parte non avevano modo di comprendere, non potendo accedere alle Sacre Scritture. Sono forti i rimandi in questa volta a botte a credenze e superstizioni legate al tema dell'Inferno.I peccatori venivano ingoiati dal mostruoso Leviatano, anziché traghettati sulla barca di Caronte verso il regno degli Inferi.In comune con il capolavoro di Michelangelo da notare la plasticità e la muscolatura di angeli e anime ritratte in Paradiso o a metà tra il Regno dei Cieli e la dimora demoniaca.Proprio tra sfera celeste e sfera dei dannati vediamo un angelo che tenta di sollevare un peccatore da salvare verso l'infinito e un demone che lo vuol trascinare giù nelle profondità del male eterno.La sfida secolare tra bene e non bene.Sullo sfondo, al centro di una pala, dietro l'altare maggiore è ammirabile una statua settecentesca lignea dedicata a Maria e al Bambino.Di fronte, interessante l'altare stesso, realizzato dall'artista saluzzese Elio Garis, in occasione del Giubileo del 2000.Una specie di albero bronzeo che spalanca i suoi rami e abbraccia la comunità cristiana durante l'Eucarestia.Proprio nei tardi anni '90, il Santuario è stato restaurato meravigliosamente.È importante anche ricordare che tra il 1.600 e per parte del 1.900 è stata una importante Casa di Esercizi Spirituali di matrice calvinista.Per tre secoli era luogo di penitenza per molti monaci riformati.A metà del '900 la costruzione un tempo adibitagli, ormai spazio abitale ed abitato, oggi, ha ospitato in quelle cellette la scuola primaria della frazione e questo fino a 30 anni fa.Vi risiede Don Giorgio, rettore del Santuario ed è luogo di incontri pastorali e di visite artistico religiose imperdibili.Un tempo c'era anche un negozietto di alimentari per la borgata, sarebbe entusiasmante per gli abitanti della frazione, ai piedi della Besimauda, poter riavere questo pezzo di memoria storica, nata accanto a un capolavoro di preghiera e raccoglimento senza eguali.Emozionante vedere gli interni durante la messa, quando tutto viene illuminato, davvero uno spettacolo imperdibile.Fuori sul portale da scorgere ancora l'affresco raffigurante San Bartolomeo che chiede a Maria di liberare la città di Boves dalla peste.Se si guarda attentamente si scorgono i corpi delle vittime della allora pandemia nel circondario del santuario adibito a lazzareto per evitare i contagi nella città di Boves, ora portico anche laterale della chiesa odierna.Ed è un messaggio di speranza, a quel tempo la malattia fece molte vittime, ma poi finì e ripartì la vita, proprio da quelle lacrime e da quella disperazione e questo ci dice che sta a noi di credere di farcela e di farcela, perché Dio è sempre pronto a risollevarci e siamo noi che dobbiamo avere fede e lasciarci salvare, sconfiggendo i demoni creati dal dolore del quotidiano.
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