I Luoghi del Cuore
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TRITTICO DI PIANTANOVA, PINACOTECA PROVINCIALE

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SALERNO

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TRITTICO DI PIANTANOVA, PINACOTECA PROVINCIALE

Il trittico, proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Piantanova, è stato attribuito al Maestro dell’Incoronazione di Eboli. Databile all’inizio della seconda metà del XV secolo, testimonia l’approfondimento prospettico in campo pittorico come in ambito architettonico. Sotto il profilo stilistico-iconografico, la figura centrale della Madonna con il Bambino su un maestoso trono decorato in alto con la crocifissione di Cristo, presenta caratteristiche gotiche. Sulla sinistra si riconoscono i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, vestiti con il saio tipico dell’ordine di appartenenza. Diverse appaiono le figure di San Bernardino da Siena e Ludovico d’Angiò: se il primo riprende lo schema utilizzato da Simone Martini negli affreschi di Assisi, Ludovico è vestito di mitra e pastorale, testimonianza dell’acquisizione del titolo di vescovo di Tolosa. Il maestoso mantello siglato dai gigli angioini si contrappone alla semplicità del saio grigio che si intravvede al di sotto e alla corona ai suoi piedi, a simboleggiare la scelta del Santo, il suo disprezzo per i beni materiali e il rifiuto del titolo di erede del regno di Napoli. La criticità consiste nella presenza di insetti xilofagi che ne hanno fortemente danneggiato il supporto ligneo, pertanto necessita con urgenza di un restauro.

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Il trittico, proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Piantanova, è stato attribuito al Maestro dell’Incoronazione di Eboli. Databile all’inizio della seconda metà del XV secolo, testimonia l’approfondimento prospettico in campo pittorico come in ambito architettonico. Sotto il profilo stilistico-iconografico, la figura centrale della Madonna con il Bambino su un maestoso trono decorato in alto con la crocifissione di Cristo, presenta caratteristiche gotiche. Sulla sinistra si riconoscono i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, vestiti con il saio tipico dell’ordine di appartenenza. Diverse appaiono le figure di San Bernardino da Siena e Ludovico d’Angiò: se il primo riprende lo schema utilizzato da Simone Martini negli affreschi di Assisi, Ludovico è vestito di mitra e pastorale, testimonianza dell’acquisizione del titolo di vescovo di Tolosa. Il maestoso mantello siglato dai gigli angioini si contrappone alla semplicità del saio grigio che si intravvede al di sotto e alla corona ai suoi piedi, a simboleggiare la scelta del Santo, il suo disprezzo per i beni materiali e il rifiuto del titolo di erede del regno di Napoli. La criticità consiste nella presenza di insetti xilofagi che ne hanno fortemente danneggiato il supporto ligneo, pertanto necessita con urgenza di un restauro.
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