VILLA CALVANESE

LANZARA, SALERNO

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VILLA CALVANESE
Tra i vari palazzi settecenteschi a Lanzara è degna di menzione la lussuosa villa palazziata appartenuta alla ricca famiglia Calvanese. Fu costruita nella se­conda metà del ‘700 dal capostipite architetto Carmine Calvanese, il vero fondatore della fama e della ricchezza della famiglia. Costruttore e disegnatore di valore, ebbe la fortuna di incontrare Luigi Vanvitelli alla corte borbonica e ne suscitò la stima e la simpatia, tanto che il grande architetto eseguì in suo onore e senza compenso i disegni completi della nuova grande casa palazziata di Lanzara “con giardino di delizie” firmando le piante a colori ancora con il suo cognome originario d’Olanda “van wittel”. Egli fu un valido collaboratore del Vanvitelli in diverse opere, come la Reggia di Caserta, l’acquedotto carolino, il Palazzo d’Angri, ma ancora più compiutamente quelle commesse nel salernitano, quali la costruzione del ponte di Eboli, ed il palazzo con la casina di caccia nella Real Tenuta di Persano. Per la perizia dimostrata durante quest’ultima opera, il Re Ferdi­nando IV gli conferì l’incarico di Sovrintendente al mantenimento della Reggia nella tenuta di caccia di Perseo incaricandolo ad osservarne il decoro e lo insignì della cintura militare d’argento. La stupenda villa in origine era articolata in un ampio complesso edili­zio costituito dal grande palazzo a pianta rettangolare con cortile incluso, dotato di circa 50 stanze disposte su due piani, della cappella gentilizia dedicata alla Vergine Addolorala, di numerosi ambienti rustici (cellai) riservati alla produzione del vino e dell’olio nonché di una grandissima cantina ove erano sistemate le botti su grosse travi di legno e le stalle per i cavalli. Il parco retrostante al palazzo era un autentico gioiello di architettura e soprattutto di ingegneria idraulica. Infatti era l’acqua uno degli elementi caratterizzanti l’intero parco. Due cisternoni di cui uno situato nella parte più alta che, sfruttando le leggi fisiche della gravità, creava la giusta pressione dell’acqua che alimentava tutti gli zampilli delle vasche e fontane che numerose adornavano gli spazi ricavati lungo i numerosi viali ricchi di statue e busti marmorei raffiguranti personaggi dell’antichità classica e forse antenati di famiglia. Il parco com­prendeva anche un tempietto, chioschi in muratura per il riposo ed un piccolo edificio ricordante per forma e tipologia un castello medievale. A rendere più ameno e confortevole l’ampio parco era la ricca vegeta­zione composta da alberi di diverse specie di cui alcune abbastanza rare. Per dovere di cronaca è bene ricordare che all’epoca di Zanardelli con Enrico De Nicola, futuro presidente della Repubblica Italiana, l’avv.Francesco Calvanese offrì un banchetto che si tenne nei viali della villa ad oltre 300 persone, rappresentanti il fior fiore della politica napoletana e salernitana del tempo. Verso la fine dell’800, Ferdinando Catanese, ingegnere di grande rino­manza, presidente dell’ordine degli ingegneri di Napoli e Salerno per lunghi anni e deputato al parlamento fin dal 1892, ospitò spesso nella sua grande villa di Lanzara molti suoi colleghi della camere dei deputati come Crespi, Benedetto Brin nonché Sidney Sonnino e Giovanni Abignente. [da "Raccontando Lanzara e dintorni" -2001, di Francesco Lauro]
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