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VILLA  PALLAVICINO GARDINO

VILLA PALLAVICINO GARDINO

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VILLA PALLAVICINO GARDINO
Villa Pallavicino-Gardino, un edificio probabilmente risalente a fine ‘500 (non si conosce con precisione la data di costruzione), secondo la planimetria di Matteo Vinzoni (1757) di proprietà del Magn.co Alessandro Pallavicino, famiglia insediatasi nel tardo ‘500 nel borgo con un gruppo di ville famigliari destinate alla villeggiatura estiva, oggi distrutte, tutte caratterizzate dalla struttura architettonica del filone alessiano diffuso dagli allievi. Passata nel corso del Novecento alla ditta legnami Gardino, venne poi adibita ad uffici e abitazioni private, attualmente versa in stato di grave abbandono. Posta lungo il litorale sampierdarenese, la villa presenta un impianto cubico lineare e regolare, con caratteristico tetto a padiglione; è costituita da un piano terra con un ammezzato sopra; un piano nobile, anch’esso con un ammezzato sopra; ed un piano sottotetto. La facciata anteriore, posta verso il mare, da cui era lambita e forse anche minacciata di inondamento nei casi di mareggiata se non fosse stata eretta leggermente sopraelevata rispetto all’arenile, è senza terrazze né balconate; ha sette grandi finestre equidistanti sopra l’ingresso caratterizzato da uno stemma della famiglia Pallavicino. Anticamente la proprietà era dotata di un ampio terreno, ancora visibile nelle planimetrie del Vinzoni del 1757 e del 1773, allora esteso a monte sino alla strada principale (via Dondero), coltivato con grande effetto scenografico a giardino all’italiana ed orto. L’apertura della ferrovia e relativa via Vittorio Emanuele (oggi via Buranello), tagliarono questi terreni che vennero poi invasi da costruzioni industriali della società Fratelli Gardini-Legnami, sconvolgendo la loro naturale bellezza. Lo sbancamento del colle e, negli anni ’90, la costruzione dei grattacieli, hanno rivoluzionato l’insieme, generando uno spiazzante accostamento antico-moderno. L’interno fu modificato dagli ultimi proprietari, specie il piano nobile adibito ad abitazioni, così come l’ammezzato superiore, al punto che ora è difficile leggere le antiche strutture. Aveva due ingressi, per offrire continuità a chi entrava tra l’interno e gli ampi spazi posteriori. Rimangono indenni lo scalone – in ardesia come da antica consuetudine genovese, a tre rampe disposte a C e sboccante al piano nobile presso la loggia, da tempo non più utilizzata e tamponata – ed in parte le cucine poste nel sottotetto, interamente decorate con dipinti che sottintendono cosa poteva esserci di decorativo nelle sale del piano nobile, prima delle ristrutturazioni. La villa nel 1963 fu inserita negli edifici protetti e vincolati dalla Soprintendenza per i beni Architettonici della Liguria. Questo atto presumibilmente diede il via nel 1996 ad un restauro, almeno nella sua componente esterna. Tra gli anni ’90 e 2000, la famiglia Gardino cedette la villa ad una società immobiliare. Attualmente la villa è di proprietà di Ipi intermediazione srl, società di servizi immobiliari. Oggi la villa si presenta in uno stato di completo abbandono, con un forte ed evidente degrado, denotato da caduta di calcinacci e simili.

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Villa Pallavicino-Gardino, un edificio probabilmente risalente a fine ‘500 (non si conosce con precisione la data di costruzione), secondo la planimetria di Matteo Vinzoni (1757) di proprietà del Magn.co Alessandro Pallavicino, famiglia insediatasi nel tardo ‘500 nel borgo con un gruppo di ville famigliari destinate alla villeggiatura estiva, oggi distrutte, tutte caratterizzate dalla struttura architettonica del filone alessiano diffuso dagli allievi. Passata nel corso del Novecento alla ditta legnami Gardino, venne poi adibita ad uffici e abitazioni private, attualmente versa in stato di grave abbandono. Posta lungo il litorale sampierdarenese, la villa presenta un impianto cubico lineare e regolare, con caratteristico tetto a padiglione; è costituita da un piano terra con un ammezzato sopra; un piano nobile, anch’esso con un ammezzato sopra; ed un piano sottotetto. La facciata anteriore, posta verso il mare, da cui era lambita e forse anche minacciata di inondamento nei casi di mareggiata se non fosse stata eretta leggermente sopraelevata rispetto all’arenile, è senza terrazze né balconate; ha sette grandi finestre equidistanti sopra l’ingresso caratterizzato da uno stemma della famiglia Pallavicino. Anticamente la proprietà era dotata di un ampio terreno, ancora visibile nelle planimetrie del Vinzoni del 1757 e del 1773, allora esteso a monte sino alla strada principale (via Dondero), coltivato con grande effetto scenografico a giardino all’italiana ed orto. L’apertura della ferrovia e relativa via Vittorio Emanuele (oggi via Buranello), tagliarono questi terreni che vennero poi invasi da costruzioni industriali della società Fratelli Gardini-Legnami, sconvolgendo la loro naturale bellezza. Lo sbancamento del colle e, negli anni ’90, la costruzione dei grattacieli, hanno rivoluzionato l’insieme, generando uno spiazzante accostamento antico-moderno. L’interno fu modificato dagli ultimi proprietari, specie il piano nobile adibito ad abitazioni, così come l’ammezzato superiore, al punto che ora è difficile leggere le antiche strutture. Aveva due ingressi, per offrire continuità a chi entrava tra l’interno e gli ampi spazi posteriori. Rimangono indenni lo scalone – in ardesia come da antica consuetudine genovese, a tre rampe disposte a C e sboccante al piano nobile presso la loggia, da tempo non più utilizzata e tamponata – ed in parte le cucine poste nel sottotetto, interamente decorate con dipinti che sottintendono cosa poteva esserci di decorativo nelle sale del piano nobile, prima delle ristrutturazioni. La villa nel 1963 fu inserita negli edifici protetti e vincolati dalla Soprintendenza per i beni Architettonici della Liguria. Questo atto presumibilmente diede il via nel 1996 ad un restauro, almeno nella sua componente esterna. Tra gli anni ’90 e 2000, la famiglia Gardino cedette la villa ad una società immobiliare. Attualmente la villa è di proprietà di Ipi intermediazione srl, società di servizi immobiliari. Oggi la villa si presenta in uno stato di completo abbandono, con un forte ed evidente degrado, denotato da caduta di calcinacci e simili.
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