A San Fruttuoso arriva un trasporto eccezionale

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A San Fruttuoso arriva un trasporto eccezionale
Cantieri

18 maggio 2016

Proseguono i lavori alle facciate dell'Abbazia di San Fruttuoso (GE): è stata sperimentata una soluzione innovativa per il trasporto dei materiali del cantiere. A Villa Fogazzaro Roi (CO) si sono resi necessari alcuni interventi di manutenzione delle tappezzerie mentre alla Baia di Ieranto (NA) si è aperta la campagna di restauro degli intonaci degli edifici industriali che si protrarrà per i prossimi anni.

Abbazia di San Fruttuoso

Proseguono i lavori di restauro delle facciate dell'Abbazia di San Fruttuoso, iniziati lo scorso 9 marzo. In questa fase iniziale è stato necessario affrontare i problemi logistici legati al trasporto del materiale, dei ponteggi e delle attrezzature necessarie al cantiere.

Un trasporto eccezionale per un luogo eccezionale

L'Abbazia di San Fruttuoso è raggiungibile solo a piedi o via mare, condizione che rende molto difficoltoso gestire i trasporti eccezionali, come nel caso dell'allestimento di grandi cantieri. In passato le imprese che hanno seguito i restauri dell'Abbazia si sono servite dell'elicottero, mezzo molto rapido ma anche dispendioso, mentre in questo caso la ditta che si è aggiudicata la gara di appalto ha scelto di trasportare il materiale via mare: tutte le strutture utili all'allestimento dei ponteggi sono state trasportate da una enorme chiatta - detta pontone - arrivata via mare dal porto di Genova.

Il pontone ha delle necessità particolari, può infatti navigare solamente con il mare perfettamente calmo. Dopo 15-20 giorni di tentativi, finalmente il 20 aprile il pontone è arrivato a San Fruttuoso - dove gli addetti al cantiere lo aspettavano fin dalle prime ore del mattino. Grazie all'eccezionale portata della chiatta e, salvo imprevisti, non sarà necessario prevedere altri viaggi oltre a quello conclusivo di disallestimento del cantiere.

L'arrivo del pontone sulla spiaggia di San Fruttuoso

Eccocome Eros Zanotti, uno dei restauratori, racconta la giornata: «Le squadre dei restauratori e dei ponteggiatori hanno lavorato in sinergia: in attesa dello sbarco, è stata circoscritta e recintata una grande area sulla spiaggia, predisposta per ospitare circa 400 metri quadrati di ponteggio e 2.500 kg di materiali per il restauro. Dal momento della comparsa del pontone all'orizzonte sino alla fine delle operazioni di sbarco, la tensione degli operatori raccolti sulla spiaggia di San Fruttuoso è stata sempre palpabile. La gru si muoveva lentamente nel mare e una volta raggiunto l'arenile, ha iniziato la operazioni di scarico. Ad ogni tiro, l'enorme gancio ruotava su se stesso spostando, dal mare sino alla terraferma, più di 20 bancali carichi di pezzi speciali per il montaggio dei ponteggi, che la squadra di volta in volta smistava e trasportava in situ per costruire le impalcature sulle facciate dell'abbazia. Le operazioni si sono concluse in serata, con grande sollievo di tutti i partecipanti, che hanno visto passare sulla loro testa circa 260 quintali di materiale.»

I lavori hanno potuto così iniziare regolarmente: sono stati installati i ponteggi su tutte le facciate tranne quella a fronte mare, che verrà affrontata una volta terminata la stagione turistica.

Grazie a ...

Il restauro delle facciate dell'Abbazia di San Fruttuoso è reso possibile grazie al fondamentale contributo di Compagnia di San Paolo ed Epta.

Villa Fogazzaro Roi

A Villa Fogazzaro Roi alcune stanze presentavano alcune fessure - non di carattere strutturale -sulle pareti che necessitavano di essere riparate. Queste piccole manutenzioni, apparentemente di routine, ci permettono di comprendere quanto possa essere complesso intervenire in un luogo delicato come una casa-museo, una villa storica o un castello, e la straordinaria abilità dei restauratori che lavorano nei nostri beni.

Un restauro solo all'apparenza semplice

La maggior parte delle stanze di Villa Fogazzaro sono interamente rivestite con tappezzeria d'epoca: in mancanza di rotoli della carta da parati originale, intervenire su una fessura o una crepa significa quindi ricostruire a mano il disegno rovinato. Le prime due stanze su cui si è deciso di intervenire sono il bagno rosa, denominato così per il colore dei sanitari, e il bagno giallo, per quello delle pareti. Nel primo caso i restauratori hanno avuto la fortuna di avere a disposizione diversi rotoli della tappezzeria originale: hanno quindi staccato la parte lesionata, chiuso la fessura sottostante e applicato la nuova carta da parati, ricostruendo l'integrità della parete. Purtroppo la carta da parati per il bagno giallo non era sufficiente, pertanto, dopo aver tamponato la fessura, il disegno è stato ripristinato ricostruendo i motivi floreali della tappezzeria mediante coloritura ad acquarello. L'obiettivo dell'intervento è stato rendere riconoscibili le parti integrate, rispettando però la completezza della veduta d'insieme del disegno.

La scoperta di un piccolo tesoro

Durante la ricerca delle tappezzerie originali nei depositi della villa, è stato ritrovato un piccolo quadernetto, appartenuto al marchese Giuseppe Roi, ultimo proprietario della Villa, con i ritagli delle carte da parati da lui utilizzate nelle varie stanze, informazioni molto precise sul loro acquisto e tanti dettagli che testimoniano la cura minuziosa con cui provvedeva a questo luogo. Negli anni '50 e '60 del Novecento infatti il marchese compì alcuni lavori di restauro e ammodernamento della dimora: fu in quel periodo che venne aggiunta in molte stanze la raffinata carta da parati. Oltre alle caratteristiche delle tappezzerie acquistate, il marchese ha annotato scrupolosamente sul suo quaderno i nominativi e i recapiti delle ditte produttrici: tutte queste informazioni potranno esserci utili per i prossimi lavori di manutenzione.

Baia di Ieranto

È stata avviata una campagna di restauro degli intonaci degli edifici industriali presenti nell'area, pesantemente danneggiati dalla salsedine marina. La Baia di Ieranto, splendido luogo immerso nella macchia mediterranea campana, non è infatti solamente un'area agricola e naturalistica, ma presenta numerose testimonianze di archeologia industriale. Fino al 1954 era operativo un impianto estrattivo dell'Ilva, con edifici e infrastrutture destinate allo scopo. Dopo anni di abbandono, nel 1986 l'Italsider, ex Ilva, ha donato al FAI l'intera area, che è stata quindi interessata da un impegnativo progetto di recupero paesaggistico.

I restauri degli edifici dopo la donazione

Dopo la prima fase di recupero ambientale dell'area, nel 2001 il FAI ha avviato una seconda fase di restauro, con il recupero architettonico degli edifici rurali e industriali. Il restauro ha avuto un carattere volutamente conservativo: sono stati utilizzati materiali storici reperibili dalle antiche cave per preservare gli elementi strutturali e le tecniche costruttive tradizionali degli edifici. Questo tipo di materiali sono però più esposti al degrado dovuto all'azione degli agenti atmosferici: a dieci anni dai restauri, l'aggressività dell'ambiente marino ha reso necessario un intervento sugli edifici della baia.

I primi lavori della campagna di recupero degli intonaci

I lavori nella sala compressori

Il primo fabbricato su cui siamo intervenuti è quello della sala compressori: oltre al restauro degli intonaci, sono previsti interventi sui cornicioni della copertura e sulle zoccolature, il rifacimento del manto di impermeabilizzazione, la ripresa di tutte le parti fessurate, il recupero dei serramenti degli intonaci interni e le tinteggiature. I restauri della sala compressori sono iniziati da poche settimane e si protrarranno per circa un mese; l'intera campagna di recupero degli intonaci degli edifici si protrarrà invece per qualche anno.

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