A San Fruttuoso si ‘incravatta' l'Abbazia

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A San Fruttuoso si ‘incravatta' l'Abbazia
Cantieri

25 ottobre 2016

All'Abbazia di San Fruttuoso sono iniziati i lavori di restauro sulla facciata principale, che potranno essere raccontati ai visitatori attraverso visite guidate su prenotazione. Proseguono intanto gli interventi di manutenzione nei beni del FAI: dalle coperture di Casa Crespi, ancora abitata dai suoi proprietari, alla caldaia di Villa Panza, da sostituire per una gestione più sostenibile a livello ambientale e conservativo.

Abbazia di San Fruttuoso - Camogli (GE)

Prosegue il cantiere presso l'Abbazia di San Fruttuoso, a Camogli, giunto al ‘cuore' dei lavori di restauro con l'intervento più visibile, quello sulla facciata fronte mare.

Le difficili condizioni logistiche, dovute al cantiere raggiungibile solo via mare o elicottero, ai flussi turistici ancora in piena attività per tutto il mese di settembre e alle condizioni climatiche avverse degli ultimi giorni, hanno rallentato i lavori che si protrarranno fino a fine gennaio contrariamente alle previsioni iniziali che ne prevedevano la chiusura a fine dicembre.

Per il ponteggio si è scelto di procedere con un allestimento conservativo volto a non intaccare la superficie muraria realizzata in conci di pietra a vista: si sono utilizzate come ancoraggio le buche pontaie esistenti, i fori sulla facciata predisposti per il ponteggio in fase di costruzione, abbinando la tecnica dell'”incravattatura” che, tramite la rimozione dei vetri e l'apertura dei serramenti, ha permesso di collegare la struttura interna ed esterna del ponteggio.

In questo modo tutto il fronte mare dell'Abbazia è stato ricoperto da un telo bianco: un possibile disagio per i visitatori dovuto all'operatività di cantiere che diventerà però un'occasione preziosa per poter ammirare da vicino il 'dietro le quinte' dei lavori in corso. Sarà, infatti, possibile, contattando il bene e prenotando su richiesta una visita, salire sui ponteggi e accedere al cantiere scoprendo di più sul progetto e l'intervento in corso dai racconti di Eros Zanotti, restauratore, e degli architetti del FAI Roberto Segattini e Nadia Sanitario.

Grazie a….

Il restauro delle facciate dell'Abbazia di San Fruttuoso è reso possibile grazie al fondamentale contributo di Compagnia di San Paolo ed Epta.

Villa e Collezione Panza - Varese

Da sempre al FAI la cura di luoghi unici d'arte e natura si accompagna al presidio sul territorio per la tutela dell'ambiente. Un'attenzione ai beni culturali e paesaggistici che trova riscontro anche nella recente analisi sul consumo energetico condotta nei beni della Fondazione con lo scopo di migliorare e ottimizzare il più possibile la loro gestione nell'ottica di una sostenibilità ambientale ed economica.

Sulla base di questo studio è emersa la necessità di sostituire la caldaia di Villa Panza, a Varese, il cui impianto, in ghisa a fiamma libera, era ormai obsoleto, troppo energivoro e non al passo con la normativa vigente più sensibile alle problematiche ambientali. Si è così proceduto con l'installazione di una caldaia a condensazione, alimentata a gas metano, e di un sistema di regolazione che permette di avere temperature diversificate nei vari spazi della villa, aventi destinazioni d'uso ed utilizzi diversi come, ad esempio, il ristorante. Il risparmio energetico stimato si aggira attorno al 15%.

La nuova caldaia garantisce, inoltre, una migliore gestione anche dal punto di vista della conservazione perché permette di evitare sbalzi termici in occasione di eventuali eventi mantenendo così un equilibrio climatico più costante.

Casa Crespi - Milano

Si è concluso recentemente un altro intervento alle coperture dei beni del FAI, dopo i lavori di quest'estate a Villa Necchi Campiglio. Si tratta di Casa Crespi, l'edificio costruito a Milano negli anni Trenta, contemporaneo alla dimora di Via Mozart, e donato al FAI nel 2013 dalla famiglia Crespi ad eccezione del secondo piano rimasto ai proprietari.

Dopo i lavori nel 2015 volti a impermeabilizzare una terrazza al primo piano, quest'anno è stato necessario procedere con un altro intervento di manutenzione straordinaria in un bene ancora abitato dai donatori, a conferma della volontà della Fondazione di prendersi cura da subito dei luoghi ricevuti in donazione, tutelandoli anche in ottica di prevenzione.

I lavori, realizzati in accordo e coordinamento con la famiglia Crespi, si sono concentrati sui due tetti a falde della copertura (pari a circa 210 mq), che in parte non è visibile perché nascosta da un alto cornicione di coronamento dell'edificio. L'intervento di risanamento ha permesso di ripristinare la garanzia di tenuta del tetto che, per lo stato di ammaloramento del manto, non era più assicurata causando così un inizio di degrado della struttura lignea e vistose macchie di umidità sui soffitti e sulle pareti degli ambienti interni. Si è scelto il grès – fine porcellanato come materiale per le tegole da sostituire, così da garantire ottime prestazioni nel tempo e un aspetto molto simile a quello esistente. Il lavoro è stato, inoltre, l'occasione per migliorare la coibentazione del tetto inserendo uno strato di materiale isolante che ha permesso di ottimizzare ulteriormente le condizioni di abitabilità dell'edificio.

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