A Villa Della Porta Bozzolo la collezione di Mino Baldissera

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A Villa Della Porta Bozzolo la collezione di Mino Baldissera
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13 giugno 2018

E’ stata inaugurata sabato 9 giugno la nuova donazione

La dimora del FAI a due passi dal Lago Maggiore si arricchisce della collezione di veilleuse di Mino Baldissera, imprenditore veneto che dalla fine degli anni Settanta raccoglie differenti modelli di cosiddette 'tisaniere', soprattutto in Italia, Svizzera e Francia.

La collezione, ora visitabile nel piccolo ambiente della villa un tempo destinato a deposito delle armi da caccia dei proprietari, presenta 208 pezzi e copre un arco di tempo di circa due secoli, a partire dal primo Ottocento. Molto ben rappresentata è la produzione francese - con opere delle manifatture di Sèvres, Limoges, Gien e Nast – ma anche quella italiana grazie soprattutto ai pezzi di Ginori.

L’esposizione in villa permette di seguire lo sviluppo del gusto nel corso dell’Ottocento e Novecento: iniziando, infatti, dalle veilleuse a torre di epoca Impero, si passa alle forme ispirate all’architettura neogotica e alle raffigurazione orientaliste della prima metà del secolo, e, ancora, alle elaborate interpretazioni del barocco e del rococò di epoca Luigi Filippo (1830 – 1848). Infine, i manufatti con fusto a bulbo risalgono al periodo di Napoleone III, mentre la vasta presenza di delicate decorazioni floreali testimonia il chiudersi del secolo e il perdurare di questi ornamenti anche in epoca successiva.

Che cos’è e quando nasce la veilleuse?

Veilleuse deriva dal settecentesco scaldavivande e indica un sistema di recipienti portatili in terraglia ideato per mantenere caldi cibi e bevande, oltre che per dotarsi di una flebile luce. La tazza a due manici per l’alimento si inserisce all’interno di un contenitore di acqua bollente e il calore viene garantito da un lume ad olio posto in una piccola bacinella (godet) che viene collocata all’interno di un alto cilindro, i cui fori facilitano l’areazione necessari alla combustione.

Verso fine Settecento compaiono le prime veilleuse: realizzate in porcellana e destinate esclusivamente a bevande liquide. Alla ciotola per la zuppa si sostituisce, quindi, una teiera che può accogliere anche sciroppi e infusi di vario genere. Diffuse soprattutto in territorio inglese e francese, le veilleuse vengono presto prodotte in quasi tutti i Paesi europei, dalla Germania all’Olanda come dalla Spagna all’Italia. Solo l’avvento della luce elettrica ne farà cessare l’uso, inizialmente nelle città e, nel primo dopoguerra, anche nelle campagne.

Visita Villa Della Porta Bozzolo

Una "villa di delizia" a due passi dal Lago Maggiore.

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