Andrea Carandini: Il futuro dei beni culturali e del turismo

Andrea Carandini: Il futuro dei beni culturali e del turismo

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Andrea Carandini: Il futuro dei beni culturali e del turismo
Focus

08 maggio 2020

Pubblichiamo l’intervento del Presidente Carandini su “La Stampa” nel quale propone al Ministro Dario Franceschini di cooperare insieme, Stato e Società civile, per il bene dell’Italia affinché cambi anche il modo di fare turismo nel nostro Paese.

Nella prima conferenza stampa su “I Luoghi del Cuore” del FAI fatta tramite “Zoom” – in 24 ore i voti hanno raggiunto quota 18.189, erano 1.400 quelli raccolti nelle prime 24 ore della scorsa edizione - mi è stato chiesto quale sarà il futuro dei Beni Culturali in Italia.

Il buon senso vorrebbe che non si ritornasse esattamente alla situazione nella quale ci trovavamo prima dell’emergenza. Dovremmo da una parte sgonfiare il turismo mordi e fuggi, che porta usura, sconcerto e pochi baiocchi, per il quale le tre maggiori città d’arte donano al massimo sfondi ai “selfie” – un turismo in massa come un tempo quella dei pellegrinaggi, ma senza più fedi e culture -; dall’altra dovremmo prepararci a raccontare meglio il valore culturale al nostro patrimonio storico e artistico, inteso non più come collezione di feticci ma come il paesaggio naturale e umano più variegato e intenso che si conosca, adatto soprattutto ad accogliere i ceti dirigenti e medi del globo in grado di apprezzare le qualità culturali e di sostenere il lavoro in drammatica crisi.

Sarebbe questa una visione politica del turismo, mentre fino a ora se ne è seguito soltanto lo spontaneo andazzo, incoraggiato anche nei suoi aspetti più nocivi e pacchiani.

L’intero mondo è curioso di quell’arca della civiltà occidentale che è la l’Italia, dove tra il IX secolo a.C. e il XVII secolo d.C. sono state create tutte le premesse che in seguito sono fiorite in Europa. L’intera Italia dell’Alpe, a esempio - quella al di sopra dei 600 metri - giace abbandonata, mentre è quella che è rimasta più intatta, con paesaggi, borghi e patrimoni culturali che nessuno ancora ha studiato e promesso nel Paese.

A questo proposito rivolgo un appello a un ministro che ha orecchie per intendere: Dario Franceschini. Il FAI è pronto a dare il suo sussidio al ministero culturale, che deve svolgere però un ruolo molto più rilevante nella meritoria politica nazionale delle aree interne, senz’altro da portare avanti. Cooperiamo tutti, Stato e Società civile, per il bene della Patria: governiamo finalmente anche il turismo, invece di andare a caso.

Andrea Carandini, Presidente FAI

“La Stampa”, 7 maggio 2020

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