Cambiamo agricoltura: l'appello all'Europa

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Cambiamo agricoltura: l'appello all'Europa
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03 maggio 2017

La Politica agricola dell'Unione europea deve essere cambiata in modo radicale: questo il messaggio forte e chiaro che è stato mandato alla Commissione europea da 260mila cittadini e da più di 600 organizzazioni della società civile che hanno partecipato alla consultazione pubblica, indetta dalla stessa Commissione europea, sulla Politica agricola, conclusasi il 2 maggio scorso.

La grande mobilitazione è stata lanciata da Wwf Europa, BirdLife Europa e European Environmental Bureau tramite la campagna Living Land, ripresa in Italia da Cambiamo agricoltura, iniziativa che ha raccolto oltre 33mila firme e che è stata promossa dal FAI e da Associazione Medici per l'ambiente, Aiab, Associazione agricoltura biodinamica, Federbio, Legambiente, Lipu, Pronatura e Wwf.

Ambientalisti, agricoltori biologici, associazioni di promozione sociale, di attenzione alla salute umana e al benessere degli animali, cittadini: in tanti per un'unica richiesta, quella di avere una Politica agricola europea – PAC che protegga il clima e l'ambiente, che sia equa per agricoltori e consumatori e che garantisca una produzione di cibo sana e sostenibile.

“Il messaggio è chiaro – dichiarano le associazioni che hanno partecipato alla campagna Cambiamo agricoltura – i cittadini europei vogliono che i loro soldi vengano investiti a favore di un'agricoltura sostenibile e delle comunità rurali, che preservi le risorse naturali e le specie. E' un'istanza che la Commissione europea dovrà tradurre in una nuova ambiziosa politica che rimetta in salute la biodiversità, gli ambienti naturali e i paesaggi erosi da pratiche intensive e abuso di pesticidi e fertilizzanti”.

Perché cambiare la PAC

La Politica agricola comune, che impegna il 40% del budget dell'Unione Europea, è da sempre un pilastro del sostegno alla produzione agroalimentare europea ma, nonostante i correttivi introdotti nel tempo, continua a sostenere la produzione secondo modalità insostenibili, per l'ambiente e per le stesse comunità rurali. Si sono, così, create le condizioni per un'agricoltura responsabile di:

Numerose evidenze mostrano, infatti, come le nostre aree rurali hanno perso più del 58% dei loro uccelli tipici dell'ambiente agricolo, e inoltre il 24% dei bombi e altri insetti impollinatori, sono minacciati di estinzione, con enormi perdite a livello economico. Inoltre, la crescente intensità delle lavorazioni agricole e il continuo impiego di sostanze chimiche di sintesi sono responsabili di fenomeni sempre più preoccupanti di contaminazione delle acque e di degrado ed erosione dei suoli. Basti pensare che solo in Europa quasi il 10% dei suoli agricoli è affetto da fenomeni di erosione che, se non arrestati, portano alla perdita completa di fertilità, mentre il degrado della sostanza organica dei suoli causato dall'agricoltura intensiva provoca emissioni di gas serra per oltre 100 milioni di tonnellate/anno. Un fallimento che si ripercuote anche in ambito economico: tra il 2007 e il 2013, circa il 20% degli impieghi nel settore agricolo sono andati persi, e molti altri piccoli agricoltori sono stati espulsi dal mercato.

Cosa succederà?

Il prossimo 7 luglio saranno presentati i risultati della consultazione pubblica ed entro la fine del 2017 la Commissione europea darà comunicazione sul futuro della PAC che dovrà essere implementata in tutti gli Stati membri entro il 2021. Nel frattempo le associazioni aderenti alla campagna #CambiamoAgricoltura continueranno la loro azione di lobby verso il Governo italiano e l'Unione europea.

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