Canavese: il FAI apre al pubblico Villa Flecchia

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Canavese: il FAI apre al pubblico Villa Flecchia
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06 giugno 2014

Antonio Fontanesi, Andrea Tavernier, Lorenzo Dellani, Alberto Pasini: sono alcuni degli artisti della Collezione di Villa Flecchia di Magnano (BI), che apre al pubblico da domenica 8 giugno. Nelle opere d'arte della Villa ritroviamo tutto l'incanto della montagna.

Il FAI apre al pubblico Villa Flecchia e Collezione Enrico, a Magnano (via per Zimone 3, in provincia di Biella). La Villa, donata alla Fondazione nel 2011 da Piero Enrico e dalla moglie Franca Ferrero, in ricordo dello zio Domenico Davide Flecchia, custodisce una preziosa collezione di opere d'arte.

La natura e il paesaggio che la circondano – Villa Flecchia si affaccia sullo spettacolare panorama dell'anfiteatro morenico di Ivrea – riecheggiano anche nei quadri che custodisce: più di 60 dipinti che raccontano l'evolversi della cultura figurativa italiana e piemontese tra Ottocento e Novecento. Fanno parte della Collezione capolavori di due artisti oggi considerati tra i grandi maestri del XIX secolo: Antonio Fontanesi (1818-1882) e Lorenzo Delleani (1840-1908).

Appartengono a Fontanesi quattro straordinari ovali, realizzati nel 1867 per Cristiani Banti e già esposti in importanti musei italiani, come la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Si tratta di opere attribuite al periodo fiorentino dell'artista, che seguì il suo soggiorno londinese, durante il quale ebbe modo di meditare sulle opere di Turner e Constable. Sono invece di Delleani il maggior numero di quadri della Collezione, rappresentativi dell'evoluzione stilistica di questo artista, quando sempre più manifesta emerge dalle sue opere l'intenzione di catturare la varietà di luci e colori del paesaggio.

Tra gli artisti trovano posto anche Andrea Tavernier (1858 - 1932), legato al paesaggio alpino, Matteo Olivero (1879 – 1932), che ama dipingere le montagne nelle delicate ore del tramonto o dell'alba, Alberto Pasini (1826 – 1899), che riporta nei suoi quadri il mondo dei suoi viaggi in Arabia, Egitto e Turchia, e molti altri, come Enrico Reycend (1855-1928), definito nel 1952 da Roberto Longhi “un Monet in sedicesima”. È infine rappresentato il gruppo dei Sei di Torino, che nasce nel 1928 e si ispira alla pittura ottocentesca italiana, con opere di Francesco Menzio (1899 – 1979) e Enrico Paolucci (1901 – 1999).

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