Giornata Mondiale dell’Acqua: una nuova cultura della misura

Giornata Mondiale dell’Acqua: una nuova cultura della misura

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Giornata Mondiale dell’Acqua: una nuova cultura della misura
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22 marzo 2024

Attraverso le sue buone pratiche il FAI vuole promuovere un modello di gestione più resiliente, efficiente e sostenibile della risorsa idrica, basato su una nuova “cultura della misura”, che permetta a tutti di ricordare quanto l’acqua sia una risorsa preziosa e che non sprecarla è il primo gesto per goderne anche in futuro.

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua: la Fondazione fa suo l’appello di Andrea Rinaldo, Professore di idrologia e costruzioni idrauliche all'università di Padova e al Politecnico di Losanna, membro del Consiglio di Amministrazione del FAI e vincitore dello Stockholm Water Prize:

«Ancora non riusciamo a comunicare l'urgenza del problema. La crisi dell'acqua avanza senza che si faccia nulla per correre ai ripari».

L’acqua sta diventando infatti una risorsa sempre più scarsa e preziosa in alcune aree del mondo e questa giornata vuole essere l’occasione per riaffermare l’urgenza di una sua gestione sostenibile e per promuovere le buone pratiche che evitino gli sprechi e incentivino un lungimirante utilizzo di questa inestimabile risorsa.

Recupero, risparmio e riutilizzo

Nel cuore della Valle dei Templi, vicino Agrigento, sorge il Giardino della Kolymbethra, dal greco “piscina”, un “giardino mediterraneo” che deve la sua strabiliante ricchezza vegetativa alla presenza di un bene prezioso, l’acqua. Circondato dagli aridi territori dell’agrigentino, il vallone della Kolymbethra è attraversato da canali ipogei scavati nella roccia oltre 2500 anni fa, delle vere e proprie gallerie di captazione delle acque che ancora oggi garantiscono l’irrigazione dei coltivi. Un esempio unico di infrastruttura idraulica perfettamente integrata alla natura dell’area, che, all’interno di un territorio prossimo alla desertificazione, ha permesso l’utilizzo efficiente di una risorsa scarsa.

Giornata Mondiale dell'Acqua
Giornata Mondiale dell'Acqua
Giornata Mondiale dell'Acqua
L’accorto e sapiente uso dell’acqua messo in atto già nel lontano passato è un esempio da cui ancora oggi possiamo imparare.

Proprio la minore disponibilità idrica è infatti la condizione a cui il territorio italiano – e non solo quello siciliano – è sempre più soggetto a causa dei cambiamenti climatici. L’acqua è infatti un bene che sta diventando via via più scarso. Secondo le stime del Bigbang, il modello idrologico realizzato dall’Ispra, nell’ultimo trentennio la disponibilità idrica nazionale è diminuita del 20% rispetto al valore di riferimento storico registrato tra il 1921–1950. Questa riduzione è da attribuire non solo alla diminuzione delle precipitazioni, che si manifestano in modo sempre più concentrato e violento in ristretti periodi dell’anno, ma anche all’incremento dell’evaporazione dagli specchi d’acqua e dalla traspirazione dalla vegetazione per effetto dell’aumento delle temperature.

L’Italia sarà quindi sempre più chiamata ad affrontare sfide legate alla preziosa risorsa: è e sarà strettamente necessario mettere in campo azioni efficaci, che da una parte riducano le pressioni antropiche sulla risorsa stessa e dall’altra la gestiscano in un’ottica di piena sostenibilità. In pratica è il momento di dirigersi verso un modello di gestione più resiliente, efficiente e sostenibile dell’acqua, attraverso il suo recupero, risparmio e riutilizzo.

«La resilienza al cambiamento climatico e la sostenibilità delle risorse idriche richiedono un'azione decisa di mitigazione e strategie di adattamento, come il risparmio e l'efficienza nell'uso dell'acqua. È necessario un cambio di rotta a livello globale e locale, migliorando la gestione delle risorse idriche per ridurre la vulnerabilità e aumentare la resilienza. Questo include la riqualificazione dei fiumi e laghi, il sostegno all'agricoltura sostenibile e di precisione, e l'uso più efficiente dell'acqua in agricoltura e industria», afferma Gianmaria Sannino, responsabile della Divisione Enea di Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali.

La campagna #salvalacqua

Il FAI, consapevole della preziosità e insieme della limitatezza della risorsa, già nel 2018 aveva lanciato la campagna di sensibilizzazione #salvalacqua, ponendo l’accento sulla necessità per il Paese di dotarsi di una Strategia Nazionale per l’Acqua. La Fondazione ha poi voluto fare un passo in più: ha riunito i principali attori del sistema idrico (dagli enti di ricerca ai gestori delle reti, dai consorzi di bonifica agli agricoltori, dalle amministrazioni pubbliche alle imprese) fondando e sottoscrivendo un “Patto per l’acqua”, fatto non solo di principi, ma anche di una serie di proposte concrete a vari livelli, per affrontare le carenze infrastrutturali nazionali, gli effetti del cambiamento climatico e una gestione integrata tra i diversi impieghi dell’acqua, così da innescare pratiche virtuose di risparmio, recupero e riuso che ha portato alla scrittura del Libro Blu.

La riduzione dell’impronta idrica nei Beni del FAI

Il FAI attua pratiche virtuose all’interno dei suoi stessi Beni, sensibilizzando anche cittadini e visitatori su questo tema. Nei Beni vengono infatti conservate e valorizzate le conoscenze storiche e le tecniche tradizionali di recupero, risparmio e riutilizzo delle acque e insieme sono state introdotte moderne tecnologie, compatibili con i vincoli di tutela dei siti.

Un connubio tra passato e presente, tra conoscenze tradizionali e innovazioni che risulta essere vincente.

Anche in questo caso il FAI ha voluto spingersi oltre: si è posto l’obiettivo di ridurre ulteriormente l’impronta idrica dei suoi Beni del 20% al 2030 rispetto ai consumi del 2019, eliminando gli sprechi, recuperando le acque meteoriche, utilizzando acque non potabili per tutti gli scopi possibili – tra cui scopi irrigui, per le pulizie, per gli scarichi, per gli impianti di climatizzazione e per la sicurezza antincendio. Un obiettivo ambizioso supportato da un sempre più approfondito lavoro di misurazione dei consumi idrici in 44 dei suoi Beni. L’analisi ha portato alla misurazione del volume di acqua dolce consumata per uso potabile, irriguo e decorativo, con la finalità di individuare attività migliorative per il raggiungimento di un target di riduzione del consumo idrico annuo. Dal percorso di rendicontazione è emerso che il FAI pone già attenzione all’utilizzo di risorse idriche adeguate, alleviando così la pressione sulla risorsa potabile: per gli usi irrigui dei giardini, ad esempio, è utilizzata per lo più acqua piovana o lacustre. Possono però essere eseguite ulteriori azioni e interventi migliorativi, obiettivi che la Fondazione si è posta. A Casa Macchi, ad esempio, è stato recuperato il pozzo ed è stata installata una cisterna per l’irrigazione del giardino; a Villa Rezzola si prevede invece il recupero del sistema storico per l’irrigazione, a Kolymbethra e Case Montana è in progetto il recupero dell’acqua dagli ipogei, mentre a Villa dei Vescovi la messa a dimora di un impianto di micro-irrigazione.

Water audit

Ma non finisce qui. Su tre dei Beni più idro esigenti – Villa del Balbianello a Tremezzina (CO), Palazzo Moroni a Bergamo, Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) – è stato poi eseguito un "Water audit" approfondito, anche in questo caso per individuare le possibili azioni migliorative di risparmio, riuso e recupero della risorsa idrica. Dal maggiore utilizzo di acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e dei giardini, alla migliore efficienza dei sistemi di irrigazione, dalla riduzione del volume degli scarichi nei bagni all’installazione di riduttori di flusso: sono questi alcuni degli interventi che la Fondazione vuole compiere per migliorare la sua impronta idrica.

L’analisi condotta ha infine rivelato un’altra possibile azione migliorativa: l’installazione di sistemi che consentano la telelettura e telegestione dei contatori dell’acqua. Dei veri e propri contatori smart che permettano una quantificazione più approfondita del bilancio idrico, raccogliendo i dati relativi a pressione, perdite, valori dell’acqua, volumi della fognatura e permettendo così la rilevazione immediata dei consumi e di possibili anomalie.

Attraverso le sue buone pratiche il FAI vuole quindi promuovere un modello di gestione più resiliente, efficiente e sostenibile della risorsa idrica, basato su una nuova “cultura della misura”, che permetta a tutti di ricordare quanto l’acqua sia una risorsa preziosa e che non sprecarla è il primo gesto per goderne anche in futuro.

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