Giornate FAI di Primavera 2022: dagli orti botanici al Delta del Po

Giornate FAI di Primavera 2022: dagli orti botanici al Delta del Po

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Giornate FAI di Primavera 2022: dagli orti botanici al Delta del Po
Dal territorio

17 marzo 2022

Tre Delegazioni FAI ci raccontano alcune aperture speciali scelte per le Giornate FAI di Primavera 2022. Una riflessione sul paesaggio del futuro attraverso un percorso che parte alla scoperta degli orti botanici in città per arrivare al delta del Po, dove terra e mare si incontrano.

Gli orti botanici sono iniziative ecologiche “ante litteram”: ambienti naturali ricreati artificialmente, alcuni molti secoli fa, che raccolgono una grande varietà di piante categorizzate per scopi scientifici e per l'educazione dei visitatori.

Napoli vanta nel centro antico della città una di queste oasi di verde, che si estende per circa 12 ettari, ospita circa 9.000 specie vegetali e quasi 25.000 esemplari: il Real orto botanico di Napoli, aperto eccezionalmente per le Giornate FAI di Primavera 2022 dalla Delegazione FAI di Napoli, è uno dei più importanti d'Europa e fra i primi in Italia, sia per le favorevoli condizioni climatiche che per le splendide collezioni di piante conservate e coltivate, dalle tropicali a quelle acquatiche e officinali.

In questi giardini sono ospitati esemplari di specie ormai estinte in natura o i progenitori selvatici di molte delle attuali piante da frutto che oggi sono stati recuperati per isolare quei caratteri di resistenza e adattabilità delle specie primitive che potrebbero rivelarsi indispensabili per affrontare i cambiamenti climatici.

«La scelta di aprire ai visitatori delle Giornate FAI il Real Orto Botanico risponde all’esigenza di diffondere la conoscenza e il valore di uno spazio verde storico nel cuore della città: il passato che conserva e il futuro che può accogliere», commenta Maria Rosaria Palma, Capo Delegazione FAI di Napoli e prosegue: «Nel primo articolo del Decreto di Fondazione dell’Orto, risalente al 1807, si definivano gli obiettivi per la realizzazione della nuova struttura, “destinata all’istruzione del pubblico e alla moltiplicazione delle spezie utili alla salute, all’agricoltura e all’industria”. In queste citazioni si colgono elementi di modernità, un Orto che sin dalle origini si distingue per la molteplicità delle funzioni svolte e per il patrimonio vegetale diversificato: una testimonianza preziosa della storia e della cultura, frutto del lavoro di generazioni, come sostiene il FAI».

Un altro luogo che nasce con l’obiettivo di educare le nuove generazioni è il Bosco didattico di Perugia, un'area naturalistico-ambientale, sita lungo il Tevere, di circa 80.000 mq di proprietà comunale nella quale sono presenti più di 1.000 specie botaniche arboree, arbustive ed erbacee, appartenenti a circa 150 famiglie diverse. Vi sono inoltre due serre dedicate alle piante succulente (piante grasse), una serra dedicata agli agrumi, una grande serra a cupola con piante tropicali e un'altra con piante degli ambienti subtropicali. Completano la struttura due laghetti con piante acquatiche, un roseto con oltre 300 varietà di rose antiche e moderne, un grande spazio dedicato alle piante erbacee perenni, un frutteto con varietà di antica coltivazione, un modello di bosco planiziale e uno di bosco ripariale.

«Il Bosco è nato molti anni fa, nel 1990, - ci racconta Maria Carmela Frate, Capo Delegazione FAI di Perugia - con l’obiettivo di educare i giovani alla conoscenza della varietà vegetazionale e alla biodiversità; in questo senso è stato concepito come una “biblioteca vegetazionale” che nel tempo si è arricchita della presenza di volatili e di fauna acquatica. Considerato l’assunto che attraverso la conoscenza si sviluppa il rispetto per l’ambiente e per la natura, il Bosco rappresenta una possibile risposta al quesito che tutti ci poniamo: come sarà il paesaggio futuro?
Parafrasando il Giardino planetario di Gilles Clément e il suo progetto di ecologia umanistica, la Delegazione FAI di Perugia ritiene che il Bosco, come già accaduto in passato, possa portare all’attenzione del pubblico la necessità e la responsabilità di averne cura e di saperlo salvaguardare, come un unico grande giardino di cui l’umanità è il suo custode e il suo giardiniere».

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L'area protetta del Delta del Po, dal 2015 Riserva della Biosfera, costituisce uno dei più importanti Parchi deltizi d’Europa. La Delegazione FAI di Rovigo ha deciso di aprire per le Giornate FAI di Primavera 2022 Valle San Leonardo che si trova nella parte più estrema del Delta del Po, un ecosistema che copre una superficie di circa 400 ettari d'acque salmastre (acqua dolce mescolata a quella del mare) che ben si prestano a favorire l'allevamento del pesce.

«Le valli da pesca del Delta sono l'esempio più lampante di integrazione fra uomo ed ambiente in un territorio delicatissimo sotto tutti i punti di vista, un luogo dove la sopravvivenza dell'ecosistema è determinata da mille fattori e la trasformazione è quotidiana. Valle San Leonardo è un'apertura prettamente ambientale-naturalistica dove andremo a raccontare della morfologia delle valli del Delta del Po, del loro altalenante equilibrio dove l'uomo è elemento essenziale per la sopravvivenza di questi ambienti. Qui ogni piccola variante climatica ed ambientale si manifesta in maniera esponenziale e incrementa una situazione già di per sé instabile per natura», ci racconta Daniel Fusaro, Capo Delegazione FAI di Rovigo riferendosi anche al problema attualissimo del cambiamento climatico: «L'ossigenazione dell'acqua nelle lagune e nelle valli da pesca, anni fa garantita dal cambio delle maree ora è gestita da un ingente sistema di pompe a causa dell'abbassamento del suolo (il fenomeno della subsidenza); altro problema è il cuneo salino che avanza sempre più e nei periodi di siccità l'acqua salata proveniente dal mare risale lungo i rami del Po creando grossissimi problemi di approvvigionamento idrico per decine di chilometri».

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