Dove batte il cuore del Nord Italia?

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Dove batte il cuore del Nord Italia?
Campagne

02 agosto 2016

Cascine, laghi alpini e archeologie industriali? Non solo. Sono tante le storie da leggere nella classifica provvisoria del Nord Italia come quella di Sciesopoli, la ex-colonia fascista che tra il 1945 e il 1948, ospitò 800 bambini orfani di deportati...

Proseguono le votazioni per il censimento dei Luoghi del Cuore: a dominare la classifica provvisoria sono il Castello e Parco di Sammezzano a Reggello (FI), il complesso romanico del Convento di San Nicola – Santa Maria della Consolazione ad Almenno San Salvatore (BG), la Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia, il Ponte Romano sull’Ofanto a Canosa di Puglia (BAT), l’Area archeologica di Capo Colonna a Crotone.

All'ombra del campanilParticolarmente affezionate al proprio “campanile” si mostrano le regioni del Nord che oltre al Convento di San Nicola ad Almenno in provincia di Bergamo e alla Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia, annoverano un altro luogo di culto tra i più votati della classifica, la Chiesetta di Santa Maria Nova o del Pilastrello a Vimodrone, in provincia di Milano.

Un rifugio che racconta la StoriaNon solo luoghi, ma attraverso di essi, destini individuali e storie collettive che si intrecciano con la storia con la S maiuscola. È il caso di Sciesopoli a Selvino in provincia di Bergamo, il complesso realizzato nel 1932 da Paolo Vietti Violi, l’architetto razionalista milanese autore, tra le tante strutture sportive da lui progettate, dell’Ippodromo di San Siro.Siamo nel cuore dell’Italia fascista e Sciesopoli nasce come colonia estiva per ragazzi su iniziativa dell’amministrazione milanese, in occasione del dodicesimo anniversario del gruppo fascista milanese titolato ad Amatore Sciesa, eroe del Risorgimento a cui la colonia deve il nome. Un grande progetto architettonico -  l’intero complesso si articola in un edificio di 8mila mq, circondato da un parco di 17mila – che racconta la fascistizzazione del tempo libero al centro della politica culturale del Regime negli anni Trenta e come il fascismo, eccezionale promotore nella costruzione di edifici e architetture ancora oggi presenti nella geografia del nostro territorio,  si servì della monumentalistica per raccontare agli italiani – tanto più ai giovani – la storia (fascistizzata) di uno Stato che non aveva ancora compiuto i primi 100 anni. L’edificazione della colonia fu rapidissima tanto che venne inaugurata con molta risonanza l’11 giugno 1933 (anche se gli ultimi lavori si conclusero l’anno successivo), contribuendo a trasformare in maniera determinante il territorio e l’economia della piccola Selvino, da allora metà di turismo di montagna per molti lombardi.Ma la storia di Sciesopoli scrive la sua pagina più importante tra il 24 settembre 1945 e l’ottobre del 1948 quando, grazie all’impegno della Brigata Ebraica e sotto la cura di esponenti della comunità ebraica di Milano, l’ex-colonia fascista, ospitò, a scaglioni, 800 bambini ebrei dagli zero ai diciannove anni, orfani dei deportati non sopravvissuti ai campi di concentramento. Tutti i bambini che passarono per Sciesopoli tra il ’45 e il ’48 furono imbarcati clandestinamente per la Palestina, dove parte di loro ha contribuito a fondare il kibbutz di Zeelim, nel deserto del Negev.

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