Il "no" del FAI alla superstrada Magenta-Vigevano

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Il "no" del FAI alla superstrada Magenta-Vigevano
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01 ottobre 2015

“Non si può continuare su un progetto vecchio di vent'anni che non risolve i problemi del territorio ma sottrae terreno agricolo e minaccia un'area naturale tutelata dall'UNESCO”.

Questa la posizione del FAI dopo il via libera, votato in un incontro tra ANAS, Regione Lombardia, Parco del Ticino, Parco Sud Milano, Città metropolitana e Comuni coinvolti, alla superstrada Magenta-Vigevano.

Allineandosi al “no” espresso dai Parchi e dai Comuni, la Fondazione ha intenzione di “mobilitarsi in tutte le sedi istituzionali nazionali ed europee, seguendo la spinta dei cittadini che si stanno attivando”. Al centro del dibattito e della polemica c'è il progetto di superstrada presentato dalla Regione Lombardia e dall'ANAS all'interno del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano: un piano di grande impatto ambientale e di forte consumo di territorio perché prevede la realizzazione di tratti stradali ex novo nella campagna intorno al fiume Ticino, luogo riconosciuto dall'UNESCO come Riserva della Biosfera, meta di turisti e sportivi e sede di un'intensa attività agricola, motore dell'economia locale. La critica al progetto è cresciuta di giorno in giorno con ritmo esponenziale. Tanto che il Parco del Ticino assieme al Parco Agricolo Sud Milano e all'area metropolitana hanno sviluppato in accordo con gli enti locali una controproposta di tracciato. La proposta prevede il recupero e la riqualificazione di tratti di strada esistenti e una quota decisamente minore di nuovi tratti: il risultato è una valorizzazione del paesaggio e una minimizzazione del consumo di suolo agricolo.

“E' assolutamente necessario non perdere quanto di positivo è stato proposto dal Parco del Ticino e dagli enti locali per rendere compatibile con la sua vocazione ambientale, turistica e agricola, il progetto della superstrada Magenta-Milano-Vigevano”. Questa è l'opinione inequivocabile del Presidente Onorario del FAI Giulia Maria Crespi. “Ritengo che la posizione deliberata dal Parco sia l'unica accettabile, tenendo presente che questi luoghi di svago, turismo naturalistico e culturale hanno tanto da offrire anche agli abitanti dei grandi centri abitati”.

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