22 agosto 2017
Le emergenze che stanno interessando le aree protette in queste settimane, in particolare l'azione - di mano anche criminale - contro il nostro patrimonio paesaggistico e boschivo, sono la spia di quanto sia urgente dotare il sistema dei parchi di adeguate e applicabili norme in grado di garantire un futuro allo straordinario patrimonio naturale e culturale che queste aree tutelano e valorizzano.
Norme che devono fornire ai parchi fondi adeguati, strumenti e strategie efficaci a contrastare le sfide a cui sono sottoposti, prima tra tutte gli effetti dei cambiamenti climatici, principale fattore di perdita di biodiversità a scala globale, ed essere capaci di coinvolgere e rendere protagoniste le comunità locali ed i diversi stakeholder.
Per questo FAI, Club Alpino Italiano, Legambiente, Slow Food Italia e Touring Club Italiano credono che sia ora necessario e doveroso uscire dalla lunga fase di ‘trincea' che ha accompagnato le proposte di riforma della legge sulle aree protette 394/91 e lavorare insieme per recuperare il giusto ruolo per i parchi, che forniscono un contributo essenziale alla conservazione di habitat e specie e sono fondamentali anche per l'economia e la tenuta sociale e civile del nostro Paese.
Le cinque associazioni ambientaliste continuano comunque a mantenere alta l'attenzione verso quei punti del testo di riforma della legge 394/91 che necessitano ancora di essere rivisti e migliorati, pur ribadendo – come avvenuto nella recente audizione in Commissione Ambiente al Senato – che non sono poche le novità positive introdotte dalla Camera.