Marco Magnifico: «Il Lago di Como non è un luna park»

Marco Magnifico: «Il Lago di Como non è un luna park»

Condividi
Marco Magnifico: «Il Lago di Como non è un luna park»
In primo piano

06 aprile 2024

«C’è il rischio concreto di trasformare il Lago di Como in un parco giochi per visitatori ricchi, snaturando la sua identità». Marco Magnifico, Presidente FAI, invita a una riflessione dopo l’avvio, a Torno, dell’iter per la realizzazione di un nuovo resort di lusso.

«La vera attrattività del Lago di Como è la sua autenticità, che non deve essere sacrificata per andare incontro alle esigenze e ai gusti dei nuovi turisti. C’è il rischio concreto di trasformare il lago in un parco giochi per visitatori ricchi, snaturando la sua identità». Marco Magnifico, Presidente del FAI, lancia un grido di allarme e invita a una riflessione dopo l’avvio, a Torno (CO), dell’iter per la realizzazione di un nuovo resort di lusso in riva al lago, a poca distanza da Villa Pliniana, su aree private che verrebbero acquisite da una società straniera. Il progetto è al vaglio dell’amministrazione comunale.

La prima preoccupazione, per il Presidente del FAI è per il paesaggio.

«E una zona di grande pregio paesaggistico nell’area di Villa Pliniana, un capolavoro del Cinquecento – dice Magnifico – Il Lario ha numerose ville, ma poche come la Pliniana o Villa Melzi e Balbianello definiscono l’identità storica del lago. Quello che sta intorno alla Pliniana fa parte della meraviglia della dimora, isolata così com’è».

«Il nuovo resort avvicinerebbe il costruito alla Pliniana – aggiunge il presidente del FAI –. Interromperebbe il meraviglioso intermezzo verde tra Torno e la villa. Attualmente c’è Villa Invernizzi, che occupa circa 1.650 metri quadrati. Il nuovo progetto prevede costruzioni per 8.763 metri quadrati, 5 volte in più. Il volume poi sarebbe ancora maggiore. L’ipotesi è una struttura enorme, con tre darsene private e parcheggi. L’impatto fisico dell’opera mi preoccupa».

Alla paura per il paesaggio si somma un altro timore.

«Con il resort verrebbe sottratto qualcosa di prezioso alla collettività nazionale».

Il Lago di Como non è di Torno ma di tutti, è un patrimonio collettivo, oltre che del paese. E sono convinto che questo progetto non gioverebbe ai cittadini. Porterebbe traffico e inquinamento e non un vero sviluppo. Le strutture extra lusso puntano a rinchiudere, per così dire, all’interno i clienti, offrendo tutti i servizi possibili e senza invogliarli a scoprire il territorio all’esterno».

«Il sindaco di Torno parla dei possibili 6 milioni di euro per il Comune grazie agli oneri di urbanizzazione – continua Magnifico –. Sono convinto però che sia un’illusione pensare davvero di migliorare la vita dei cittadini con questa somma tanto elevata e disponibile all’improvviso. Il timore è che tanti soldi non aiuteranno il paese a garantire e tutelare l’identità di Torno, che è l’identità di tutti i paesi del lago. Si faranno interventi, seppure in totale buona fede, che saranno una snaturalizzazione e toglieranno l’autenticità al paese per adeguarlo e allinearlo a canoni turistici ed estetici che si possono trovare ovunque».

«La poesia ottocentesca è il bello del Lago di Como – continua il presidente del Fai –. Non significa che bisogna restare all’Ottocento, ma non bisogna correre il rischio di perdere l’autenticità. Non sono contro lo sviluppo, ma l’obiettivo deve essere una valorizzazione consapevole e guidata, non un cambiamento dei connotati di una realtà unica».

«Il rischio è che a Como accada quello che è successo alle Cinque Terre o a Venezia. Il Lario rischia di essere trasformato in un parco giochi per turisti. Invito tutti i sindaci dei paesi a una riflessione seria su quale sviluppo vogliano per i loro territori. Bisogna ospitare i turisti nella propria casa, non adattare la propria casa ai turisti».

L’ultima riflessione è invece di tipo normativo.

«Per autorizzare progetti come quello del nuovo resort di Torno il Comune si serve dello strumento del Programma integrato di intervento, giustamente creato dalla Regione per promuovere la rigenerazione urbana e la riqualificazione del territorio, ma tra le condizioni per il suo utilizzo c’è proprio l’integrazione, con quelle private, di destinazioni e funzioni pubbliche e di interesse pubblico, che non mi sembrano previste in quest’area».

Articolo di Anna Campaniello, apparso sul “Corriere della Sera. Ed. Milano” il 6 aprile 2024

Pubblicazione per gentile concessione del “Corriere della Sera”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi gli altri interventi del Presidente FAI, Marco Magnifico

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te