Nuovo Bene: Monte Fontana Secca e Col de Spadarot

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Nuovo Bene: Monte Fontana Secca e Col de Spadarot
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17 aprile 2015

Il XIX Convegno Nazionale FAI “Per sempre, per tutti” è stato l'occasione per annunciare che il FAI ha acquisito un nuovo Bene: l'area naturalistica del Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt, nel Comune di Quero, in provincia di Belluno.  L'area è stata donata da Aldo ed Erminia Collavo, attraverso i figli Liliana e Bruno.

La donazione consiste in 150 ettari di bosco e pascolo d'alta quota compresi tra la cima del Monte Solarol (1625 m) e quella del Monte Fontana Secca (1609 m). Nell'area si trovano tre fabbricati rurali (casere), una vecchia stalla e resti di antiche malghe e di trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

Questo annuncio è stato introdotto dalla Banda dei Granatieri di Sardegna, gentilmente convocata per l'occasione dallo Stato Maggiore dell'Esercito, e seguito da una sequenza del film di Ermanno Olmi Torneranno i prati”, dedicato al primo conflitto mondiale e ambientato nelle trincee sul Monte Grappa.

Fin su questa vetta, infatti, come attestano documenti storici e materiali ancora emergenti dal terreno, si spinse la prima linea dell'esercito italiano durante la Prima Guerra Mondiale, negli anni più duri della resistenza agli Austriaci, tra il 1917 e 1918. A seguito della disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917), l'esercito italiano si ritirò lungo la linea del Piave - che scorre a fondovalle - e qui, sul Massiccio del Grappa. Fanti, bersaglieri e alpini arrestarono l'avanzata del nemico. In particolare dal 15 al 21 novembre del 1917 il battaglione Valcamonica occupò a questo scopo la vetta del Monte Fontana Secca resistendo ad attacchi nemici riparata in trincee di fortuna scavate nella roccia. La resistenza, tuttavia, fu breve. Il 21 novembre il diario compilato dal comandante della brigata, conservato nell'archivio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, testimonia un terribile attacco austriaco, preceduto da un bombardamento, cui seguì la ritirata italiana. Durante la battaglia di Monte Fontana Secca si registrarono numerose perdite: due giovani capitani, Giuseppe Alebardi ed Ezio Ripa, rispettivamente 31 e 25 anni, decorati con medaglia d'argento al valore militare, e molti altri soldati: 8 morti, 25 feriti e 449 dispersi. La vetta del Monte Fontana Secca fu persa e occupata dagli Austriaci, che vi si arroccarono costruendo trincee, ancora ben visibili lungo la mulattiera che costeggia il crinale; la prima linea italiana arretrò così verso valle.

Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt è anche  un'area di alto valore naturalistico, soggetta a vincolo paesaggistico in quanto riconosciuta Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell'ambito del Massiccio del Monte Grappa. Luogo di biodiversità floro-faunistica, vi si avvistano facilmente caprioli e perfino aquile. Pascolo d'alta quota famoso per la qualità e la quantità dell'erba, Fontana Secca è stata fino a pochi decenni fa una piccola azienda agricola stagionale impegnata nella pastorizia (capace di ospitare oltre cento vacche di razze locali come la bruna alpina e la burlina) e nella mungitura e lavorazione del latte, per la produzione - nelle casere - di formaggi tipici della zona, come il morlac.

La donazione viene presentata in occasione del Convegno Nazionale perché formalizzata da pochi giorni, ma anche perché quest'anno ricorrono le celebrazioni dell'inizio della Grande Guerra (1915-2015). L'inaugurazione è prevista per novembre 2017, in occasione dei cento anni dalla battaglia di Monte Fontana Secca.

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