Preoccupazione per l’emendamento #salvailsuolo

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Preoccupazione per l’emendamento #salvailsuolo
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07 novembre 2017

Le associazioni ambientaliste, da tempo impegnate in un’azione congiunta volta a introdurre a livello italiano ed europeo una normativa per il contenimento del consumo di suolo, hanno inviato una lettera ai senatori che da oggi saranno impegnati nel voto degli emendamenti al Decreto Fiscale.

E’ firmata da FAI, Legambiente, Slow Food, Acli, Lipu, Coldiretti e WWF Italia, la lettera che sottolinea una forte preoccupazione per la presentazione di alcuni emendamenti parlamentari al c.d. Decreto Fiscale, in corso di conversione presso la Commissione Bilancio del Senato, che mirano a rivedere l’emendamento #salvailsuolo approvato con la scorsa legge di Bilancio. Dietro queste formulazioni si nasconde un’inaccettabile deviazione dai principi che hanno ispirato l’intervento legislativo e che incentiva nuovamente la concessione di titoli edilizi per il solo scopo di “fare cassa”.

Le organizzazioni chiedono dunque che nel corso dell’esame parlamentare degli emendamenti al Decreto Fiscale e alla Legge di Bilancio 2018 si tenga conto di queste osservazioni, respingendo ogni tentativo volto ad indebolire le azioni che faticosamente sono state attivate per difendere il suolo del nostro Paese.

In difesa dell’emendamento “Salva il suolo”

La Legge di Bilancio 2017 (legge 232/2016) ha segnato un’apertura verso le nostre istanze, prevedendo, a partire dal 1° gennaio 2018, il divieto di utilizzo dei proventi dei titoli abitativi edilizi e delle sanzioni per la spesa corrente dei comuni – un forte disincentivo all’adozione di comportamenti responsabili nella difesa del suolo. La norma prevede infatti che tali proventi possano essere impiegati esclusivamente per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione, il risanamento dei complessi edilizi dei centri storici e delle periferie degradate, per opere di riuso e rigenerazione, demolizioni di complessi abusivi, realizzazione di aree verdi pubbliche ed interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica. Un’innovazione di portata fondamentale, che ha avuto il merito di trasporre e trasformare in legge una norma già prevista dallo stesso Ddl sul Consumo di suolo ancora fermo in Parlamento. Per questo motivo abbiamo chiamato quella norma “Salva il Suolo” ed oggi ci battiamo per preservarne la portata.

FAI, Legambiente, Slow Food, Acli, Lipu, Coldiretti e WWF Italia segnalano oggi la presenza di alcune proposte emendative al Decreto Fiscale volte ad indebolire il divieto di utilizzo dei proventi dei titoli abitativi edilizi e delle sanzioni per finanziare la spesa corrente dei comuni, previsto – appunto - dalla Legge di Bilancio 2017. Tali proposte sono volte ad includere tra le spese eleggibili anche quelle sostenute per la progettazione di opere pubbliche e rappresentano, a giudizio delle organizzazioni, una deviazione ingiustificabile dai principi che hanno spinto lo scorso anno a recepire una norma già prevista dal Ddl Consumo di Suolo e di indubitabile importanza nella definizione di un nuovo approccio alla protezione dell’ambiente e del paesaggio.

Consumo di suolo zero entro il 2050

La Commissione Europea ha chiesto di raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di consumo zero: un traguardo non più rinviabile per il quale è necessario avviare da subito un’attenta attività di pianificazione e sensibilizzazione. Questo lavoro, espressione della società civile, ha raccolto una partecipazione importante intorno alla petizione europea “People 4 Soil”, sottoscritta in Italia da oltre 80.000 persone: un risultato importante che è stato comunicato, attraverso la consegna delle firme, il 10 ottobre scorso al Presidente del Senato Pietro Grasso.

L’incontro è stato l’occasione per ribadire nuovamente l’urgenza di pervenire ad una rapida approvazione, entro il termine della legislatura, del Disegno di legge sul Consumo di suolo, attualmente all’esame in seconda lettura delle Commissioni Riunite Agricoltura ed Ambiente del Senato. Un atto di civiltà non più rinviabile, alla luce degli ultimi dati pubblicati dall’ISPRA, che mostrano come a livello nazionale il consumo del suolo sia passato dal 2,7% stimato per gli anni ’50 al 7,64% del 2016: numeri allarmanti che corrispondono a più di 23.000 km2, con una nuova accelerazione registrata negli ultimi mesi. Circa 30 ettari di suolo sono oggetto di copertura ogni giorno, portando ad una perdita inestimabile di risorse per il nostro Paese. È infatti doveroso ricordare che l’impermeabilizzazione incontrollata causa la perdita irrimediabile di terreni fertili, minaccia la biodiversità, incrementa l’esposizione del Paese al rischio idrogeologico, distrugge il paesaggio che, come stabilito dalla Convenzione Europea del 2000, rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale.

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