#salvailsuolo: ultimi giorni per firmare

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#salvailsuolo: ultimi giorni per firmare
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25 agosto 2017

Le alluvioni a Genova e in Veneto, le frane a Giampilieri e Sarno, l'inquinamento a Brescia, le contaminazioni nella terra dei fuochi: l'Italia paga conti sempre più salati alla colata di cemento che continua a ricoprire il nostro territorio. E' necessario attivarsi e firmare la petizione che chiede all'Europa una legge a tutela del suolo comune.

L'Italia sta consumando ogni giorno il suo bene più prezioso: il suolo. Da questo patrimonio comune dipende il nostro cibo, la nostra salute e la nostra protezione: solo salvandolo possiamo impedire nuovi disastri ecologici, alluvioni, frane e contaminazioni.

E' sempre più urgente una legge che lo tuteli, subito, senza ulteriori attese. Hai tempo fino al 12 settembre per firmare, e far firmare a quante più persone possibili, la petizione europea “People4Soil”, sostenuta dal FAI e da più di 500 associazioni in tutta Europa, che mira a raggiungere l'obiettivo di un milione di firme per chiedere all'Unione Europea norme specifiche – al momento inesistenti – per tutelare il suolo.

Con la tua firma ci aiuti a impedire:

  • la cementificazione selvaggia, l'abusivismo e la costruzione di ecomostri
    Mai più ecomostri e suolo perso per edificazioni inutili e pericolose: deve essere tracciata, soprattutto in Italia, una road map per la repressione e prevenzione di ogni abusivismo, l'industria delle costruzioni deve impegnarsi nella messa in sicurezza e riqualificazione dell'esistente e il suolo libero non deve più essere considerato un facile terreno di conquista.

  • l'ennesima catastrofe ambientale
    Cementificare equivale a impermeabilizzare il suolo, ovvero a privarlo di una delle sue funzioni più preziose, quella di trattenere le acque, sempre più frequenti anche a causa dei cambiamenti climatici. Bisogna combattere la cementificazione del nostro territorio e, in particolare, smettere di costruire a ridosso dei corsi d'acqua: è, infatti, sempre più frequente la perdita di vite umane per frane e alluvioni (es. a Genova). Ma si tratta di vittime del cemento, non del maltempo.

  • l'avvelenamento della terra e la nascita di nuove discariche abusive
    Il censimento dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ha stimato che sono quasi 25.000 i siti in Italia con contaminazioni accertate o in via di caratterizzazione. Terreni il cui suolo porta con sé pesanti fardelli di veleni, frutto della storia industriale del nostro Paese ma anche di tante attività illegali che ancora oggi si consumano (es. "Terra dei Fuochi"). Minacce per la nostra salute alle quali si aggiungono i fenomeni di inquinamento diffuso dovuti alle tante molecole tossiche che continuano a essere trovate nel nostro ambiente sebbene messe al bando da tempo (es. area Caffaro a Brescia, insetticida DDT prodotto in Piemonte a Pieve Vergonte, diossina della nube tossica di Seveso).

  • disastri economici e sociali globali
    Le Nazioni Unite stimano che in tutto il mondo sia il 30% la quota di suoli agricoli persi o degradati: una quantità che non possiamo permetterci soprattutto per un mondo sovrappopolato come il nostro. E l'Europa ha le sue responsabilità considerando l'acquisizione di terre coltivate in altre parti del mondo data l'insufficienza dei suoli europei a soddisfare la domanda di materie prime richieste dall'agroindustria. Una situazione che comporta drammatiche conseguenze, come in Africa Subsahariana dove milioni di ettari sono destinati a coltivazioni intensive per il mercato europeo sottraendo questo bene a contadini che cercano, quindi, rifugio altrove, magari nella stessa Europa.
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