Sei castelli d’Italia da visitare con la tessera FAI

Sei castelli d’Italia da visitare con la tessera FAI

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Sei castelli d’Italia da visitare con la tessera FAI
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09 aprile 2023

Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna, sei consigli per visitare a ingresso ridotto avamposti militari, roccaforti e sontuose dimore principesche: un viaggio tra i castelli d’Italia, grazie alla tessera FAI!

Castel Savoia, Gressoney-Saint-Jean (AO) – Valle d’Aosta

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Castel Savoia, realizzato per volere della regina Margherita di Savoia, domina tutta la vallata sopra Gressoney fino al ghiacciaio del Lyskam. Progettato dall’architetto Emilio Stramucci in stile medioevale, il castello è costituito da un nucleo centrale di forma rettangolare, cui si affiancano cinque torrette cuspidate, una diversa dall’altra.

La dimora ospitò la regina durante i suoi soggiorni estivi fino al 1925, un anno prima della sua morte. Dopo l’acquisto nel 1936 da parte dell’industriale milanese Ettore Moretti, il castello divenne proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta nel 1981.

La visita all’interno del castello è un viaggio intimo nella vita di villeggiatura della prima regina consorte d’Italia, ma che in questa dimora vestiva i panni felici della “regina alpinista” che amava le sue montagne.

Castello e borgo rupestre, Sperlinga (EN) - Sicilia

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Nel cuore dell’entroterra siciliano, un castello medievale scavato nella roccia arenaria sovrasta la cittadina di Sperlinga, chiamata la “piccola Matera della Sicilia” perché il borgo rupestre è un agglomerato di circa 50 grotte abitate fino agli anni Sessanta del Novecento.

Questa roccaforte fu particolarmente importante nel 1282, durante i Vespri Siciliani, perché è il luogo nel quale gli Angioini trovarono riparo dagli abitanti dell’isola in rivolta.

Visitare il Castello di Sperlinga e il suo borgo interamente scavati all’interno dello sperone roccioso è come entrare in un altro mondo. Dopo aver percorso tutti i sotterranei e aver salito una ripidissima scala anch’essa scavata nella roccia, ci si ritrova in cima alla fortezza, sembrerà di essere sulla chiglia di un’enorme nave che naviga volando tra i panorami della valle circostante.

Castello di Duino, Duino Aurisina (TS) – Friuli Venezia Giulia

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Alle porte di Trieste, immerso nella natura e arroccato su uno sperone roccioso davanti al mare, si trova il Castello di Duino, dimora privata dei Principi della Torre e del Tasso.

Fra le curiosità custodite nelle 18 sale visitabili, imperdibili sono la “Scala del Palladio”, capolavoro di architettura, il “forte-piano” del 1810 sul quale suonò Franz Liszt e lo straordinario panorama sul golfo che si può ammirare dai bastioni esterni a picco sul mare e dalla terrazza panoramica della torre.

Oltre alla presenza di un bunker della Seconda guerra mondiale, il Castello è circondato da un parco storico che si snoda su vari livelli dove vengono piantati annualmente più di 21.000 fiori a rotazione periodica. In questo parco amavano passeggiare gli illustri ospiti che si sono susseguiti nel tempo: dalla Principessa Sissi e l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria, ai musicisti Johann Strauss e lo stesso Liszt, fino ai poeti Gabriele D’Annunzio, Paul Valery e Rainer Maria Rilke, autore delle Elegie Duinesi.

Castello di Acquafredda, Siliqua (CA) – Sardegna

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Su un colle di origine vulcanica a 30 chilometri da Cagliari svetta il Castello di Acquafredda, da sempre luogo di misteriose leggende, tra cui quella del Conte Ugolino della Gherardesca – reso immortale da Dante nel XXIII canto dell’Inferno – che ne divenne proprietario nel 1257.

All’interno della linea difensiva si trovava il borgo con alloggi, magazzini, stalle, cisterne e mulini. A mezza costa svetta ancora la poderosa torre cisterna, che consentiva un’ingente scorta d’acqua: il nome Acquafredda, non a caso, deriva da una sorgente che sgorga dalle rocce del colle.

Nella parte più alta si elevano le imponenti mura del mastio, abitazione del castellano, accessibile da un ponte levatoio. Se si è fortunati si possono avvistare rari rapaci sorvolare la fortezza: gheppio, poiana e falco grillaio nidificano intorno a questo sito, denominato “Domo Andesitico di Acquafredda”, istituito a Monumento Naturale dalla Regione Sardegna.

Castello di Brolio, Gaiole in Chianti (SI) - Toscana

Eretto nell’XI secolo su un’altura che domina le dolci colline del Chianti, il Castello di Brolio appartiene alla famiglia Ricasoli fin dall’Alto Medioevo.

Il suo attuale aspetto si deve all’opera di Bettino Ricasoli, che nella seconda metà dell’Ottocento volle farne uno dei più alti esempi di neogotico senese. Nelle stanze dell’antico cassero è possibile visitare la collezione di famiglia, ripercorrendo secoli di storia d’armi e l’intensa vita politica e agronomica di Bettino che fu tra i più importanti politici italiani del XIX secolo, oltre che tra i fautori dell'Unità d’Italia e sindaco di Firenze. Ma il Barone di Ferro, così chiamato per la sua fermezza e convinzione nei suoi ideali, fu anche il primo a creare la formula ideale per il Chianti, mescolando tre uve diverse in quantità determinate e rendendo il Chianti Classico famoso in tutto il mondo.

Dai suggestivi giardini all’italiana e dal parco romantico che circonda il castello si può godere della vista sui 1.200 ettari dei possedimenti Ricasoli, di cui 240 coltivati a vigneto e 26 a uliveti, in mezzo a fitti boschi di querce e castagni.

Castello di Avio, Sabbionara d’Avio (TN) – Trentino Alto Adige

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Sulla sommità di uno sperone del Monte Vignola, che domina la Val Lagarina solcata dall’Adige, si erge da oltre dieci secoli uno dei castelli più antichi e suggestivi del Trentino: il Castello di Avio.

Un maestoso circuito di torri e mura merlate cingono un rigoglioso giardino terrazzato con filari di viti e cipressi.

Appartenuto quasi ininterrottamente alla nobile famiglia dei Castelbarco, nel corso del Medioevo questa fortezza strategica sulla valle dell’Adige, si trasformò in una piccola corte feudale, meta di artisti e intellettuali.

Come l’incipit dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto – Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori –, così il Castello di Avio celebra la guerra e l’amore, in un ciclo di affreschi della metà del Trecento capace di offrire un autentico spaccato della vita cavalleresca del tempo e dell’amor cortese.

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